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Benedicta Boccoli: “A 50 anni non mi chiamano ai provini, è un mio diritto ma non me li fanno fare”

Benedicta Boccoli, attrice di televisione e teatro, lamenta le difficoltà riscontrate negli ultimi anni sotto il profilo professionale. Per motivi che sostiene di non avere ancora compreso, per lei sarebbe sempre più complesso guadagnarsi l’accesso ai provini: “In tv non mi fanno fare nemmeno i provini per le serie”.
A cura di Stefania Rocco
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Benedicta Boccoli confessa che, per motivi che sfuggono alla sua comprensione, negli ultimi anni non le sarebbe stato garantito l’accesso ai provini che le permetterebbero di continuare a lavorare per cinema e televisione. Diva scoperta da giovanissima da Gianni Boncompagni, ha collaborato in un duo con la sorella Brigitta per anni prima che arrivasse l’oblio. Oggi si racconta al settimanale Spy cui affida il suo sfogo.

La rivincita in teatro

È lavorando in teatro che la Boccoli è riuscita a riprendersi la sua rivincita: “Il teatro mi ha dato quelle occasioni che la tv ad un certo punto mi ha tolto”. La Boccoli si chiede se esista un veto sul suo nome: “Non lo so, ma per fare un provino devo fare i salti mortali: ultimamente ho saputo che c'era un ruolo adatto alla mia età in una serie tv e solo perché ho chiamato il regista sono stata contattata dall'ufficio casting. A 50 anni lavorare così è un po' faticoso. Ho fatto autocritica e pensato ai miei difetti. Di certo pesa il cliché della ragazza di ‘Domenica In': ma sono passati più di vent'anni. La sorella Boccoli è cresciuta e il mio curriculum parla per me. Purtroppo teatro, cinema e tv non si parlano. Alla mia età il provino è un diritto e invece a me nemmeno li fanno fare”.

Fu scoperta da Gianni Boncompagni

Benedicta ricorda i suoi esordi avvenuti da giovanissima, quando a scoprirla fu Gianni Boncompagni: “Mi presero come ballerina a ‘Pronto chi gioca' e prima di firmare il contratto Gianni mi chiamò: ‘Vivi vicino a casa mia, vieni a fare la spesa con me' mi disse. A 19 anni mi trovai al supermercato con lui che riempiva il carrello di surgelati e mi faceva domande. Arrivati alle casse mi confermò che ero stata scritturata. Lui mi ha insegnato l'ironia e la disciplina, da lui nacque l'intuizione delle sorelle Boccoli: trent'anni dopo siamo ancora nella memoria collettiva e ci vogliono ancora bene”.

Gli anni d’oro con la sorella Brigitta e il teatro

Benedicta ricorda gli anni d’oro vissuti insieme alla sorella Brigitta in tv. Lo fa con un sorriso, indipendentemente dal modo in cui sono andate le cose: “Io e mia sorella rispettiamo il nostro passato perché senza quell'inizio non saremmo qui. Poi la tv non ci ha riconosciuto una crescita: senza fare la vittima, ma mi sarebbe piaciuto avere un po' più di rispetto. A fine Anni 80 facevo le vasche a via del Corso a Roma per fare il pieno di autografi. Mi piaceva la popolarità, ci sguazzavo. Poi, facendo sempre meno tv, la notorietà cala e capisci che non è fondamentale. Il teatro mi ha dato la possibilità di sfidare i miei limiti, impari un mestiere e soprattutto a stare con i piedi per terra. Devo molto a Giorgio Albertazzi: era immenso, tutti i giorni mi metteva alla prova”. Dal punto di vista privato, invece, racconta:

Tra i 30 e i 40 anni avrei voluto un figlio da Maurizio Micheli, ma lui non era d'accordo. Non è mai arrivato e non mi manca. Oggi io e Maurizio non viviamo insieme ma siamo una famiglia, io ci sono per lui e lui per me: è la mia casa e il legame che ci unisce è unico, a tratti quasi morboso.

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