Barbara D’Urso sullo stalker che l’ha perseguitata: “Paura per le minacce, ho assunto un bodyguard”
“Sono stata costretta ad assumere un bodyguard”, lo ha dichiarato Barbara D’Urso in un’aula del Tribunale di Roma il 23 giugno nell’ambito del processo per stalking a carico dell’uomo che l’avrebbe perseguitata per 4 anni. Di fronte al giudice Valerio De Gioia, la conduttrice 64enne ha raccontato di avere vissuto un incubo fatto di minacce e pressanti richieste rivolte non solo alla donna ma anche ai suoi familiari, una sorella e il figlio Emanuele Berardi.
La deposizione di Barbara D’Urso
“Non nego di aver paura”, ha raccontato D’Urso in aula, “Nemmeno dopo la denuncia e l'avvio del processo si è calmato. Anzi, il mio persecutore ha alzato livello e intensità delle minacce. Sono stata costretta ad assumere un bodyguard. Anche di recente è stato visto sotto casa mia. Ha ripreso a bersagliare sui social amici e parenti, e a presidiare gli studi televisivi presentandosi come mio figlio, adottivo, come specifica ogni volta”. “Ti taglio la testa”, le avrebbe detto in un’occasione il suo persecutore, una minaccia che ha comprensibilmente spaventato la conduttrice.
“Sono tuo figlio adottivo”, i messaggi dello stalker
Barbara D’Urso rivela che le persecuzioni ai suoi danni sarebbero cominciate nel 2017. “Mi ha cominciato ad assillare dal dicembre del 2017, a qualche anno dalla sua comparsata in tv in veste di concorrente”, ha raccontato la conduttrice che, anni fa, aveva ospitato l’uomo in una delle sue trasmissioni, “Ha cominciato ad avvicinarmi ripetendomi questa assurdità: ‘Sono tuo figlio adottivo, non respingermi’. Io non ho un ricordo preciso di quest'uomo, dai miei studi sono passate migliaia di persone”. Ma l'uomo avrebbe tentato di avvicinare anche la sorella della conduttrice e Emanuele Berardi, figlio della D’Urso: “Le sue persecuzioni sono allargate alla mia famiglia, ai miei amici. E vanno avanti alzando sempre più l' asticella delle minacce. Chiama i miei familiari, tartassa gli studi televisivi, si presenta come mio figlio adottivo per sperare in un ingresso”. Il giudice ha disposto una perizia psichiatrica per l’imputato.