Barbara d’Urso elogia i ragazzi scampati al bus in fiamme, ma non soffia sulla rabbia

Da qualche ora i media non parlando d'altro che dei fatti di San Donato Milanese, dove un uomo alla guida dell'autobus di una scolaresca ha sequestrato i 51 studenti a bordo, dando poi fuoco allo stesso autobus da cui i passeggeri sono riusciti per fortuna a scappare grazie all'aiuto delle forze dell'ordine (qui la cronaca dettagliata dei fatti). La portata della notizia ha fatto sì che il fatto sia saltato fuori anche nel salotto di "Live – Non è la D'Urso", dove la conduttrice ci ha tenuto ad elogiare i ragazzi, sfortunati protagonisti di questa vicenda, che sono riusciti a salvarsi grazie alla caparbietà di uno di loro, che non ha consegnato il suo telefono ed ha chiamato le forze dell'ordine, prontamente intervenute:
Vorrei che il pubblico si alzasse in piedi per quei ragazzini che, con furbizia e coraggio, sono riusciti a sventare, insieme ai carabinieri, quella che poteva essere una tragedia
Non un accenno, per fortuna, all'elemento più discusso di questa vicenda, vale a dire le origini senegalesi di Ousseynou Sy, uomo 47enne di cittadinanza italiana che oggi ha quasi portato a compimento una strage. Un aspetto sul quale diversi personaggi politici e opinione pubblica al seguito si sono immediatamente fiondati per suffragare la tesi del mostro straniero.
E questa premura della conduttrice, va detto, sorprende più del messaggio stesso, perché fa emergere una premura da parte sua di fondamentale importanza per il momento storico in cui stiamo vivendo. Lo è ancora di più se si pensa che i programmi condotti dalla D'Urso siano a trazione prevalentemente popolare e sensibili a derive populiste. Diciamocelo senza troppi giri di parole: attaccare l'uomo colpevole dei fatti di San Donato Milanese, soffiare su una rabbia le cui fiamme sono già altissime sarebbe stato molto più semplice che parlare di questo evento senza sbilanciamenti, limitandosi ad elogiare i ragazzi e le forze dell'ordine. Non è successo e per questo Barbara d'Urso merita i complimenti.