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Barbara D’Urso: “Sarò di nuovo la Dottoressa Giò, stiamo lavorando alla nuova serie”

Sulle pagine di ‘Tv, sorrisi e canzoni’, Barbara D’Urso conferma che tornerà a indossare il camice della ginecologa Giorgia (Giò) Basile. La presentatrice di ‘Pomeriggio 5’ e ‘Domenica Live’ ha svelato che si tratterà di “una Dottoressa Giò in chiave moderna, ispirata ai medici delle nuove serie americane”.
A cura di Daniela Seclì
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Barbara D'Urso tornerà presto a indossare il camice della Dottoressa Giò. Nei giorni scorsi, lo aveva annunciato la stessa presentatrice nel corso di una puntata di Domenica Live. Barbarella, stuzzicata da Roberto Ciufoli – presente nello studio del programma domenicale per un'intervista – diede la notizia.

"Una nuova serie ci sarà". In queste ore, la D'Urso ha rilasciato un'intervista a ‘Tv, sorrisi e canzoni', nel corso della quale ha svelato cosa bolle in pentola. La conduttrice non ha mai nascosto di essere particolarmente legata al personaggio della ginecologa Giorgia Basile interpretato sul finire degli anni '90. Alla rivista, ha confermato che si sta già lavorando su una nuova serie:

“Posso confermarvi che dalla scorsa estate stiamo già lavorando alla nuova sceneggiatura. Sarà una ‘Dottoressa Giò’ in chiave moderna, ispirata ai medici delle nuove serie americane".

A Mediaset "l'idea di un remake è piaciuta tantissimo, resta solo da capire come incastrare le riprese con i ritmi serrati di ‘Pomeriggio Cinque’ e ‘Domenica Live'”. 

Barbara D'Urso: "I parti che avete visto nella serie erano veri"

Infine, Barbara D'Urso ha raccontato come è nato il personaggio della Dottoressa Giò, protagonista del film del 1995 "La dottoressa Giò – Una mano da stringere" e della serie composta da due stagioni, andata in onda nel 1997 e nel 1998:

“Una sera ero ospite di Gigi Marzullo per un’intervista. Il regista della fiction Filippo De Luigi era davanti alla tv e ha pensato: ‘È lei la mia dottoressa Giò’. È stato un ruolo che ho amato molto. Pensate che i parti che avete visto in tv erano tutti veri, le partorienti firmavano la liberatoria per far riprendere tutto, io feci un corso di sei mesi in sala operatoria per imparare a gestire la situazione”.

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