Attrice hard ricatta politici e calciatori: video de Le Iene svela la truffa
Dopo essersi occupati del caso di Luisa Pollaro, la madre della piccola Adelaide Ciotola agli arresti domiciliari per aver finto la malattia della sua bambina in cambio di una raccolta fondi solidale ma ingiustificata, Le Iene tornano a occuparsi di truffe. Sotto la lente d’ingrandimento finisce Lea Di Leo, l’ex attrice hard che molti ricorderanno perché regina dei cosiddetti “programmi d’intrattenimento notturni per uomini”. La donna, dopo aver smesso la professione, si è riciclata come scrittrice impegnandosi nella stesura di un’autobiografia shock.
Il libro della Di Leo è stato spesso oggetto di grossa curiosità da parte del mondo della televisione proprio perché legato alla notizia che, nascosti tra le pagine, la donna avrebbe svelato nomi e cognomi dei suoi illustri ex clienti, tutti grossi protagonisti dello sport, dello spettacolo e della politica. Il ritardo nella pubblicazione dell’autobiografia ha incuriosito Golia che, dopo aver indagato sulla vicenda, ha scelto d’intervistare la Di Leo senza rivelarle di aver già scoperto qualcosa in merito al suo caso. La donna, ignara della ricerca operata da Le Iene, ha raccontato che avrebbe addirittura subito minacce di morte a seguito della decisione di rendere pubblica l’identità di alcuni suoi clienti. Ciò, tuttavia, non sarebbe valso a fermarla e, anzi, l’avrebbe spinta ad alzare la posta in gioco insieme alla casa editrice compiacente. Senza rivelarlo direttamente nell’intervista a Golia, infatti, la Di Leo avrebbe lasciato intendere che la sua casa editrice si sarebbe dichiarata d’accordo a stringere qualche “compromesso” con alcuni dei suoi clienti più in vista. Fingendosi una delle parti in causa, l’inviato de Le Iene ha contattato la casa editrice in questione per verificare in che modo portare a termine lo scambio utile a garantirgli la riservatezza, scoprendo così che, alla modica cifra di 30.000 euro, avrebbe potuto ottenere che il suo nome scomparisse dal libro in questione.
Compresa la truffa, Golia si è presentato di persona nella sede della casa editrice per chiedere chiarimenti. Imbarazzati e contraddittori, un funzionario e lo stesso direttore dell’agenzia hanno spiegato che l’operazione risulterebbe perfettamente legale poiché giustificata dall’acquisizione di parte dei diritti d’autore del libro. Meno pulita la posizione di uno dei funzionari che, messo alle strette, si è trovato a giustificarsi di fronte all’accusa di aver gonfiato la cifra richiesta dall’editore al fine d’intascarne una buona parte. Certamente meno preoccupante del servizio sul nucleare in Italia, la nuova inchiesta di Golia sembra ripercorrere i tempi legati allo scandalo Vallettopoli. E non è detto che il libro della Di Leo non ne sia un nuovo esempio.