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Caso abusi e molestie Harvey Weinstein

Asia Argento sul regista italiano: “Non ho bisogno di dire il nome, sarebbe inutile”

L’attrice è ospite a “Carta Bianca” per parlare della vicenda Weinstein. E alla domanda sul regista italiano risponde: “Non faccio il nome perché sarebbe inutile, è caduto in prescrizione”.
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Asia Argento è ospite di "Carta bianca", il talk show di Bianca Berlinguer su Rai3, per parlare ancora una volta della vicenda che ha sconvolto dalle fondamenta il mondo di Hollywood, con le accuse di molestie nei confronti di Harvey Weinstein, partite dai grandi scoop del New York Times e del New Yorker.

Non ho aspettato 20 anni, ho denunciato con l'arte

L'attrice chiarisce di non aver aspettato 20 anni per denunciare Harvey Weinstein, ma di averlo fatto subito dopo (due anni dopo) con l'arte, attraverso il film "Scarlet Diva".

Io non ho aspettato 20 anni. Dopo due anni che è successa questa violenza, io ho denunciato la cosa con l'arte. "Scarlet Diva", uscito nel 1999, racconta per filo e per segno quello che è successo, senza sapere mai del suo ‘modus operandi', cioè del fatto che lui operasse con dei facilitatori, personaggi che lo aiutavano nello scopo.

Una esperienza sconcertante

Il racconto di una esperienza sconcertante, quello di ritrovarsi Harvey Weinstein grande e grosso davanti, in accappatoio e con una crema per massaggi tra le mani. Questo, stando a quanto detto da Asia Argento, sarebbe il ‘modus operandi' del produttore.

Sconcertante come esperienza, il fatto di trovarsi un uomo grosso il doppio di te, alto il doppio di te, uscire dal bagno con un accappatoio ed una crema nella ricerca di un massaggio. Sconcertante.

Il più grande predatore seriale

Per Asia Argento, Weinstein è da considerarsi come "il più grande predatore seriale", come un vero e proprio criminale che l'ha passata liscia per oltre 30 anni. Un uomo dal grande potere, che poteva far distruggere intere carriere.

Mi sono sentita male con me stessa, mi vergognavo, mi vergognavo di quello che era successo. A mio padre gliel'ho detto soltanto ora. Io a 21 anni mi sentivo una donna del mondo, che aveva già lavorato e vinto due David di Donatello. E invece no, ero una preda, una ragazzina preda di questo predatore. Quest'uomo è stato il più grande predatore seriale della storia. Quello che ha fatto quest'uomo è allucinante, è riuscito a passarla liscia per 30 anni.

Sognavo l'Oscar ma non avevo bisogno di Weinstein

Bianca Berlinguer incalza Asia Argento attraverso le critiche arrivate sui social e da alcuni giornalisti, Asia replica con chiarezza di non aver mai avuto bisogno di una figura come Weinstein per avere un lasciapassare nel mondo di Hollywood, non aveva quindi bisogno di scorciatoie o di scendere a compromessi.

Non avevo mai avuto bisogno di espedienti, non avevo mai avuto bisogno di portarmi a letto nessuno. Io non avevo nulla da guadagnare da Weinstein, io ero una ragazzina che sognava l'Oscar. Per me era qualcosa di incredibile, oggi mi sembrano follie ma erano dei sogni anche un po' concreti dopo aver avuto un ruolo così importante in un film della Miramax. Io sognavo di essere la più grande di tutte. Questa violenza ha spezzato tutti i miei sogni, cambiando la percezione che io avevo di me stessa.

Sono stata perseguitata

Stando al racconto di Asia Argento, Weinstein pretendeva di fare le foto con le attrici che molestava negli anni sul red carpet per mostrarsi sorridente e in amicizia con loro. Lo faceva per poter provare la loro amicizia.

Nei 5 anni successivi l'ho incontrato molto spesso. Lui si presentava alle prime per farsi le foto con noi, lo faceva per fare appunto le foto e dimostrare che tutte le ragazze a cui aveva fatto violenza erano tutte amiche sue. Mi ha perseguitato, e ci sono testimoni, di come io ero ai Festival e piombava in camera la notte. Una volta mi convocò da lui, c'era una sua assistente e mi sentii protetta, poi l'assistente uscì e rimanemmo da soli e l'incubo ritornò. E io mi sono sentita in colpa, mi sono sentita schifosa .

Sul regista italiano, non ho bisogno di dire il nome

Dopo le accuse sul regista italiano nel corso dell'iniziativa "#quellavoltache", Asia Argento precisa di non aver bisogno di fare il nome perché sarebbe inutile, dato il sistema. E cita anche un'idea della donna in Italia che viene direttamente dal "berlusconismo".

Non ho bisogno di dire nomi perché in Italia c'è la prescrizione. È successo talmente tanti anni fa che non avrei nessun potere giuridico su di loro. L'ho voluto dire per solidarietà nei confronti delle altre donne.

Ho pensato di lasciare il cinema

Portavoce di una sofferenza soppressa, Asia Argento si ritrova anche a riflettere sulla sua professione. Bianca Berlinguer le chiede se ha mai pensato di lasciare il cinema, lei risponde.

Ho pensato di lasciare il cinema più volte, ma come attrice. Infatti, i miei ricordi migliori sono riferiti alle cose da regista che ho fatto. Quando una donna è regista sembra che le cose vadano diversamente, c'è parità. La cosa più triste della mia carriera? L'ho già dimenticata.

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