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Armstrong, replica notturna di una vittoria che spezza il cuore

Domani andrà in onda, in Italia, l’intervista dell’ex campione squalificato a vita per doping. Nel frattempo, la tv ricorda le sue “ingloriose” gesta, quando i telecronisti lo definivano un cannibale imbattibile.
A cura di Andrea Parrella
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(FILES) - Picture taken 25 July 2004 of

L'attesa spasmodica di appassionati di ciclismo e non si consumerà domani sera, quando in Italia verrà trasmessa in esclusiva da DMax (Canale 52 digitale terrestre,Canale 28 di TivùSat e canale 808 di Sky), alle 21.15 l'intervista esclusiva di Oprah Winfrey a Lance Armstrong, reo confesso per aver fatto ampio uso di sostanze illecite a fini sportivi dal 1998 in avanti, tanto che a luglio, L'Usada, l'agenzia antidoping statunitense, aveva deciso di squalificarlo a vita, revocando i sette titoli del Tour de France conquistati dall'americano. E' stato un duro colpo per la disciplina, già avvezza e vessata da notizie sorprendenti di questo genere, inesorabilmente delusa.

Repliche notturne di vittorie senza glorie – E' ancora più dilaniante e straniante, ai limiti del sadismo e del paradosso estremo, trovarsi dinanzi alla programmazione di Espn, canale sportivo di Sky, che ieri notte ha mandato in onda immagini del Tour del 2004, quando il ciclista era nel pieno della sua gloria sportiva, apparentemente imbattibile e in grado di incutere un'evidente sudditanza psicologica agli avversari. Indescrivibili gli ultimi tre chilometri di quella tappa random, in cui Armstrong riesce a divorare venti metri di distanza dal primo classificato andando a vincere una tappa inaspettata, della quale, ai fini della classifica, non aveva bisogno. Anche un profano dello sport, quale mi ritengo, di rinculo sussulta. Il documento di Espn lasciava la possibilità di ascoltare l'audio del cronista francese e poi di quello italiano a doppiarlo, entrambi entusiasmati e sorpresi da un tale saggio di potenza fisica e mentale che neanche il manifesto futurista.

La tv riesce lì dove il ricordo, da solo, non può – Un'immagine, dei suoni e una vanagloria sintomatici di dieci anni di ciclismo falsati, annullati d'ufficio, cancellati dalla memoria di ogni appassionato. Il ciclismo è impantanato, affossato da limiti che è incapace a superare. E il pubblico non si abituerà mai abbastanza ad assistere al crollo inesorabile di miti che lo star system fa e disfa, con la rapidità di uno schiocco di dita. Dopo la gloria, il crollo, l'ammissione di colpa, poi magari fra qualche anno la riabilitazione mediatica. E a guardare in casa nostra il parallelismo, per quanto azzardato, è presto fatto e indirizza lo sguardo a come una dinamica del genere abbia portato, per motivi differenti, alla distruzione mentale e fisica di Marco Pantani, che forse non aveva nulla da cui riabilitarsi, ma che comunque non è riuscito a farlo da solo. Il tasso di disillusione globale dell'ultimo trentennio è giunto a quantitativi oramai ingestibili.

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