Antonio Di Bella dopo l’assalto a Capitol Hill: “Hanno aggredito i giornalisti, come voleva Trump”
In collegamento da Washington durante il consueto appuntamento pomeridiano con Oggi è un altro giorno, il programma condotto da Serena Bortone, il giornalista Antonio Di Bella ha fatto il punto della situazione sull'assalto verificatosi a Capitol Hill nella serata di mercoledì 6 gennaio da parte dei sostenitori di Trump, durante la cerimonia di proclamazione di Joe Biden a Presidente degli Stati Uniti. L'inviato, proprio durante il collegamento, era stato aggredito da uno dei manifestanti.
Il commento all'aggressione
Minacciato verbalmente e in maniera piuttosto violenta da uno dei manifestati, scagliatosi contro le telecamere, Antonio Di Bella durante il servizio in onda al Tg3, in diretta da Washington, è riuscito ad evitare conseguenze decisamente più gravi come racconta lui stesso in collegamento con Rai1:
Mi è andata bene, è andata peggio ad altri colleghi, gli hanno distrutto le telecamere, ma questo è il frutto di anni di predicazione di Trump che dice che gli rubano le elezioni, dice che tutti i giornalisti sono dei complici che vanno aggrediti, quindi questi signori ieri lo hanno fatto, fortunatamente io sono scappato via, non mi sono messo a discutere sarebbe stato un errore, ma sono riuscito a raccontarvi quello che si è visto.
Le parole di Trump hanno incitato alla violenza
Il giornalista, nuovamente dinanzi allo storico edificio di Washington, ha commentato dettagliatamente gli avvenimenti della notte scorsa che hanno sconvolto l'America intera, sottolineando quando le parole di Trump, volutamente ambigue, abbiano avuto un effetto dirompente sui suoi sostenitori:
Oggi vi racconto una giornata diversa, stanotte hanno proclamato Biden, stamattina si può vedere che gli uomini della guardia nazionale sono tutti intorno al perimetro. Questa protezione ieri non c’era, e questo non è un caso, io ho visto le manifestazioni di Black Lives Matter, persone con la pelle nera, ho visto uno schieramento ordinato da Trump che era enorme, mentre i bianchi che ieri manifestavano venivano accolti quasi con simpatia, anzi, secondo il Washington Post Trump sorrideva ed era contento all’inizio della protesta davanti a Capitol Hill, poi quando ha visto che hanno fatto irruzione si è preoccupato. Però anche stamattina ha detto “la nostra lotta va avanti”, queste le sue parole ambigue. Quando si continua a dire marciate su Pennsylvania Avenue, la debolezza non è un bene, dobbiamo riprenderci il potere. La traduzione è semplice, bastava guardare Io ero in piazza mentre lo diceva, e vedevo le persone che lui ha convocato dicendo “sarà selvaggio” ha delle responsabilità politiche dirette.
Il Trumpismo difficile da sradicare
Serena Bortone, quindi, ultima il collegamento chiedendo al giornalista se gli eventi della scorsa notte che in molti hanno definito come una ferita profonda per la democrazia americana, possano mettere fine al Trumpismo, ma la risposta non sembra protendere per una risoluzione così repentina: "Ecco, molti si illudono che con quanto è accaduto il trumpismo scomparirà, no. Milioni di americani hanno votato Trump perché si sentono sotto rappresentate, non perché siano dei pazzi e violenti. Avremo sempre questo fiume carsico, che potrebbe riemergere. Joe Biden ha detto che deve guarire l'America, non sarà semplice".