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Antonella Clerici: “Stanca del trash in tv. No a La prova del cuoco, vorrei format di cucina bio”

Una delle conduttrici Rai più amate ha vissuto mesi difficili soprattutto per lo stop su Rai Uno. All’orizzonte ci sono Lo zecchino d’oro e Telethon, ma Antonella Clerici, come confessa a Fanpage.it, ha ben chiare le idee sulla sua tv del 2020. A iniziare da un nuovissimo format sulla cucina bio e a km zero, aperto a chiunque, in primis Rai e poi Mediaset e gli altri, sarà interessato. Una cosa è certa: “La tv mi vedrà ancora protagonista” dice.
A cura di Andrea Conti
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Il 2 ottobre 2000 segna l'inizio di un capitolo importante nella storia della televisione italiana: la cucina entra nella casa degli italiani. Antonella Clerici dà il via a La prova del cuoco, che condurrà per 18 anni. Fanpage.it ha incontrato la nota conduttrice di Rai 1 in occasione della presentazione de Lo Zecchino D'Oro, in arrivo sulla rete ammiraglia da sabato 7 dicembre 2019. Antonella Clerici ha definito terapeutico questo lungo periodo di pausa e ha ringraziato, per questo, anche la direttora di Rai Uno, Teresa De Santis, che di fatto l'ha bloccata ai palinsesti.

Sul suo futuro televisivo – e non solo – si è detta molto propositiva e pronta ad abbracciare nuove avventure. No a La prova del cuoco, la Clerici vorrebbe dedicarsi a un nuovo format, green e a km zero, tentando di cavalcare il momento favorevole della cucina bio. No a Sanremo 2020, visto che il Festival lei, come solo poche altre, l'ha già fatto come conduttrice. Sì a valutare proposte e possibilità da parte di più realtà televisive, provenienti anche da diretti competitor come Mediaset o, nello specifico, dalla Fascino di Maria De Filippi.

Nel 2000 si accendono le luci de “La prova del cuoco”. Da dove parte l'intuizione?
Nasce dalla provincia, vedevo mia madre che ogni giorno a mezzogiorno tornava a casa da lavoro per pranzo. Nelle grandi città non succede, ma in provincia è quasi un rito. In quel momento mamma, così come tante altre persone, si chiedeva cosa dovesse fare da mangiare. Sapevo che negli Usa esisteva già Food Network, sappiamo come gli americani non siano di certo famosi per il mangiare bene, con un sacco di programmi tv sulla cucina che erano condotti da un sacco di italiani. Così ho pensato che mancava una trasmissione del genere. Mi è stato sempre detto: “La cucina in tv non funzionerà mai”. Invece avevo ragione io.

Anna Moroni e Beppe Bigazzi erano al tuo fianco, quest'ultimo è mancato lo scorso ottobre. Un ricordo legato a lui?
L'ho conosciuto a ‘Uno Mattina' e l'ho amato subito perché era un bastian contrario. Il suo messaggio era incentrato sul mangiar sano, il mangiar bene e promuoveva già allora il concetto del chilometro zero. Lo ripeteva come un mantra 30 anni fa. Così l'ho voluto con me per educare al cibo, perché noi italiani siamo un po' goduriosi. Lui è stato un po' il pioniere dei temi eco e bio che oggi vanno di moda.

Oggi più che mai, c'è un'overdose di programmi di cucina?
Un po' sì. Lo capisci anche quando finisce il tg e parte la rubrica di ricette. Per quanto diverse e uguali uno le ricette le ascolta sempre. Ad esempio, la ricetta della preparazione della torta di mele, la stiamo sempre ad ascoltare. Mi ricordo che quando abbiamo iniziato a ‘La prova del cuoco' insegnavamo i fondamentali, come la tortiera e cerniera, quando io pensavo che fosse la cerniera dei pantaloni! Oggi c'è una consapevolezza in più, la differenza è che noi siamo sempre stati in diretta e che gli altri sono molto simili a degli show e dei talent. Oggi incontro persone che mi dicono sempre: “Ho imparato a cucinare grazie a voi”. Ed è una grande soddisfazione.

Hai detto che non rifaresti “La prova del cuoco”, quindi in quale cucina ti rivedremo?
Penso sempre che mi piacerebbe molto un format, sempre di ricette e cucina, che parli del prodotto e insegni l'uso del cibo nella maniera giusta, senza tralasciare la filosofia del km 0 o della valorizzazione del territorio. È un format profondamente green, legato all'ambiente. Quando dico che vorrei cucinare nel mio bosco (vive immersa nel verde ad Arquata Scrivia, ndr) non è una battuta. Non lo dico per comodità perché ci vivo, ma perché il contesto è importante. Oggi l'attenzione è tutta concentrata sulla natura e sull'ecologia, cosa che prima non c'era e c'è anche maggiore attenzione e consapevolezza rispetto a quello che si mangia.

Se la Fascino di Maria De Filippi ti proponesse un contratto?
Penso sempre una cosa: quando hai una idea, devi perseguirla. Mi piacerebbe che questa idea si concretizzasse, per poi capire chi vuole farlo. Per me non è un problema con chi farlo, mi interessa solo fare una cosa in cui credo molto. Basti pensare che ‘La prova del cuoco' l'avevo proposta prima a Mediaset – allora lavoravo per loro – e parlando, il direttore di Canale 5 Giorgio Gori mi diceva sempre che la cucina in tv non funzionava. Oggi lo prendo in giro perché per la legge del contrappasso, la cognata Benedetta, sorella di Cristina Parodi, si è occupata di cooking. Poi ho incontrato Marco Bassetti (allora capo di Endemol Italia, ndr) e lui ha creduto nel progetto. Abbiamo detto, proviamo. Quindi non ho preclusioni, siamo in un libero mercato. Come dico sempre, sono nata e cresciuta in Rai ed è sempre il mio primo interlocutore, poi ognuno ha i suoi gusti e i suoi spazi, vedremo.

Qual è il tuo prossimo obiettivo?
Io insisto perché nel prossimo prime time torni Ti lascio una canzone. Attualizzandolo chiaramente, perché non puoi fare sempre le stesse cose. In questi mesi per forza di cose e mio malgrado, ho guardato molta tv a casa. C'è bisogno di pulizia, di rigore. Sono un po' stanca del trash, cioè mi diverte e mi fa ridere, ma dopo un po' basta. Non voglio sembrare bacchettona, ma vorrei si tornasse alla tv con dei valori. Io credo che la gente abbia bisogno di sentirsi al caldo, come una coperta, come siamo, ad esempio, riusciti a fare con il mio programma ‘Il treno dei desideri'. Insomma voglio fare una tv che faccia bene al cuore.

A proposito di cucina, nel 2015 al Centro Commerciale Campania di Marcianise avevi aperto il ristorante “Casa Clerici”, ora chiuso. Come mai?
Ho lasciato il progetto molto prima che chiudesse. Da questa esperienza ho capito che un imprenditore deve fare l'imprenditore, una conduttrice deve fare la conduttrice. Mi sono resa conto che non avevo tempo di seguire questo progetto.

Dopo lo stop “forzato” in Rai, qual è il tuo bilancio oggi?
Sono più lucida. Venivo da 19 anni di lavoro ininterrotto, conducevo un quotidiano. Finivo una cosa e ne iniziavo un'altra. Poi arriva quel momento in cui non scegli più tu e ti fai fagocitare dalle cose. Mi divertivo sempre meno e alla fine questo stop, se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno, è stato terapeutico. Ho capito cosa mi piaceva fare e non mi piaceva fare. Alla fine ho delegato sempre troppo, quello è stato uno dei problemi…

Ti riferisci al flop di “Portobello”?
Esattamente. Avessi ragionato prima, coi tempi giusti avrei detto a tutti che non potevamo riproporre la trasmissione così come era allora. Non sono ironica come lo era Tortora, e inoltre la trasmissione originale durava un'ora. ‘Portobello' andava riscritto e attualizzato. Mi sono fidata, quando poi sono arrivate queste storie da portare in tv mi sono accorta che non erano meravigliose, ma superate. È stata anche colpa mia perché avrei dovuto controllare e fermare tutto.

Sei stata la quarta donna a condurre il Festival di Sanremo, dopo Goggi, Carrà e Ventura. Concordi con la Carrà che ha detto che il Festival è “maschio”?
Pensa che l'ho condotto totalmente da sola e senza valletto. La Carrà è un mito totale, inarrivabile e mi sono ispirata a lei, come tutte le conduttrici della mia generazione. Ha ragione, un po' maschio devi essere, come lei che è una donna di una personalità spiccata. Però ci può stare oggi come oggi una conduzione femminile. Per quel che mi riguarda è stato un frullatore, un'esperienza straordinaria.

Salirai di nuovo sul palco dell'Ariston quest'anno?
No. Sono stata convocata per la giuria di Sanremo Giovani il 19 dicembre e ci andrò. Però penso che, come c'è stato il mio momento, quello di Carlo Conti e quello di Claudio Baglioni, ora Amadeus debba sfruttare la sua carta da solista, da battitore libero.

A furor di popolo si chiede Vanessa Incontrada co-conduttrice del Festival. Che ne pensi?
È una bravissima e grande attrice, non perdo mai una sua fiction, lei lo sa, e anche a ‘Zelig' era molto divertente. Penso che Amadeus debba essere libero di decidere e se vuol con sé Chiara Ferragni o Diletta Leotta, credo sia per sparigliare le carte chiamando a sé personaggi che non siano conduttrici di mestiere. È una libera scelta editoriale.

Sei serena oggi?
Sì e me lo dicono tutti da mia figlia Maelle agli amici più stretti. ‘Antonella sei così bella, solare e serena'. Credo che le vicende che accadono nella vita non siano mai casuali. Ribadisco che credo che questo fermo sia stato terapeutico e ringrazio Teresa De Santis. Non penso mai ai nemici e non vado mai allo scontro con le persone che hanno le proprie idee. Poi certo, una persona può anche ricredersi, però penso che quando mi si toglie qualcosa, vuol dire che dopo arriverà qualcosa ancora meglio. Di certo ora arriva lo Zecchino d'oro che inizia il 4 dicembre, poi c'è la serata Telethon del 14 dicembre che io amo molto e che mi lega a Fabrizio Frizzi. Cerco di fare tutte queste cose mettendoci tutto il mio cuore, che è l'atteggiamento che ha caratterizzato il mio modo di condurre. Poi per il 2020 ci sono tante idee, mi piacerebbe tanto sviluppare il mio format cooking e chissà, magari, ‘Ti lascio una canzone'. La televisione del domani, mi vedrà ancora protagonista sicuramente.

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