video suggerito
video suggerito

Anna Mazzamauro: “In famiglia pensavano volessi fare la prostituta”

Anna Mazzamauro racconta gli esordi della sua carriera a “I Lunatici”, il programma della notte di Rai Radio2: “Sono sempre stata una diversa”. E sulla famiglia, “borghese e normale”, che aveva un’altra idea del mondo dello spettacolo: “Questa figlia che voleva fare la ‘bottana’ da grande veniva visto male. Questo consideravano una ragazza che voleva fare l’attrice”.
19 CONDIVISIONI
Immagine

Quando c'è un'intervista con Anna Mazzamauro non ci si annoia mai. Intervenuta nel programma della notte di Rai Radio2, "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, la storica attrice e partner di Paolo Villaggio nella saga di Fantozzi ha raccontato i suoi esordi e il suo difficile rapporto con la famiglia: "Credevano che fare l'attrice significasse fare la ‘bottana'". 

Le parole di Anna Mazzamauro

Gli esordi di Anna Mazzamauro, studentessa negata per la matematica ma con grande propensione alle lettere, la brutta esperienza a scuola dalle suore: "Detesto le monache, quando le incontro per strada le picchierei". 

Da ragazzina studiavo soltanto lettere, in matematica ero una capra. Avevo nove e dieci in latino, italiano e greco, voti bassissimi in materie scientifiche. Avevo anche sette in condotta e stavo dalle suore. Dall'asilo al liceo. I miei avendo intravisto questo turbamento mentale, questo essere preda dei demoni del teatro, mi hanno mandato sempre dalle suore sperando di combatterlo. Ho dei ricordi pessimi delle suore, orrendi. Detesto le monache, non le posso vedere, quando le incontro per strada le picchierei. Non voglio generalizzare, sicuramente esistono delle suore meravigliose, ma le mie non lo erano.

Il rapporto con la famiglia

Si parla anche del rapporto con la famiglia e dei contrasti quando scelse di intraprendere il percorso di attrice: "Vengo da una famiglia borghese, venivo vista male".

Sono sempre stata una diversa, è il tema di uno spettacolo che ho scritto e che presto sarà in scena. Si chiama ‘Belvedere'. Vorrei proporre al pubblico il tema diversità, così da dare veramente un senso alla conquista che i diversi operano nel mondo. Vengo da una famiglia normale, borghese. Questa figlia che voleva fare la ‘bottana' da grande veniva visto male. Questo consideravano una ragazza che voleva fare l'attrice. Se avessero assecondato questa mia diversità con calma e con amore forse avrei sofferto di meno. Pensavo di essere nel peccato totale, pensavo di essere una amorale, mi sono sempre posta con gli altri, i cosiddetti normali, come se io fossi una povera disgraziata che tentava di immettersi nel mondo".

Video thumbnail
19 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views