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Anna Mazzamauro: “Enrico Brignano doveva telefonarmi. Il mio aggressore? Niente nomi, è passata”

Anna Mazzamauro continua a tacere rispetto al nome dell’attore che l’avrebbe aggredita. Smentito si tratti di Enrico Brignano, preferisce non aggiungere altro: “Parliamo di due anni fa, è passata”.
A cura di Stefania Rocco
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Anna Mazzamauro smentisce ufficialmente che sia stato Enrico Brignano ad aggredirla. L’attrice, che aveva denunciato di essere stata aggredita sul set del film “Poveri ma ricchi” da un attore, ha rilasciato un’intervista a La Confessione, trasmissione di Peter Gomez che va in onda su Nove. Diversamente da quanto era trapelato, l’attrice non fa il nome del suo aggressore, ma ne approfitta per replicare a Flora Canto, compagna di Brignano che le aveva dato della “vecchia”:

Quello che è successo non lo so, ancora non mi rendo conto. Vorrei sfatare questa cosa. Il web, questo mostro, a volte racconta cose mostruose. Hanno attribuito arbitrariamente l’accaduto a una persona, invece che a un’altra. In questo film c’erano 20/30 attori. Non ho mai fatto il nome. Cos’era accaduto? Siccome, senza volerlo, ho accavallato una battuta a quella di questo attore, in un impeto mi ha talmente strattonato ha spostato il menisco dell’orecchio, facendo fuoriuscire il timpano. Ho riportato un danno permanente. La produzione si è precipitata nella mia roulette chiedendomi di non denunciare. L’avrei fatto volentieri perché è stata una violenza. Fatto sta che sono andata da un professore, ho subito cure mediche ma non ho denunciato nessuno. Quando questo quotidiano romano mi ha intervistato, io ho raccontato la storia chiedendomi come mai, nel caso della mia violenza, la produzione avesse messo tutto a tacere e non lo avesse fatto, poi, nel caso delle accuse a Brizzi. Non è stato Enrico Brignano. Sono partita da Brizzi perché in quell’intervista lo avevo difeso, e a quel punto si è scatenato il web. Hanno fatto uno più uno. Non lo posso dire il nome perché diventerebbe una denuncia gravissima. Non l’ho fatta allora, e ormai sono passati due anni. Brignano poteva telefonarmi e io avrei risposto che era stato il web a scatenare questa cosa. La moglie e i suoi parenti mi hanno dato della vecchia. Queste signore dovrebbero sapere che esistono vecchie intelligentissime e giovani molto cretine.

Paolo Villaggio, lo snob

Dopo aver chiarito quanto accaduto sul set e detto la sua sugli strascichi di questa storia che ha finito per coinvolgere Brignano, la Mazzamauro ricorda il rapporto con Paolo Villaggio e quei film della saga Fantozzi che le regalarono il successo nel ruolo della signorina Silvani. Di quel personaggio nutre un ricordo non sempre positivo: “Al provino, Luciano Albertazzi mi disse che mi aveva chiamata per fare la parte della moglie perché mi ricordava più brutta. A quel punto, l’attrice ha vinto sulla donna,. Gli dissi che in realtà ero brutta, fisicamente distrutta. Penso che la signora Silvani sia una stronza. È stata una cornice che mi ha identificato. Sono uscita popolarmente con quel personaggio, ma sono un’attrice, non so fare solo quello. Mi considero una delle prime donne del teatro italiano”. A proposito di Villaggio, invece, aggiunge:

Villaggio aveva solo un difetto, era un po’ snob. Non sono mai riuscita a diventare sua amica. Un giorno glielo chiesi e lui mi disse che amava quelli che sono arrivati e che sono ricchi e famosi.  Gli piacevano le donne belle, ma mi stimava. Non volevo piacergli come donna, mi interessava che mi considerasse un’attrice molto brava e una donna intelligente. Ricordo che una volta andammo insieme da Barbara D’Urso, ci tributò un omaggio per i 40 anni di Fantozzi. All’epoca mi vendicai. La conduttrice gli chiese: “Perché svelse proprio la Mazzamauro per la Silvani?”. Lui rispose: “Perché mi serviva un cesso”. Io gli risposi: “Un cesso sul quale avresti appoggiato volentieri le tue chiappe”.

La difesa a Brizzi, dopo le accuse di molestie

Infine, la Mazzamauro ricorda di avere difeso Fausto Brizzi a proposito dell’accusa di molestie. Spiega il motivo di quella presa di posizione: “Io ho rilasciato un intervista a un giornale romano in cui non è che lo difendessi. Se è vero, sarà responsabile. Ho cominciato l’intervista così: ‘Sono dalla parte del signor Brizzi, della signora Zanella e della signorina Penelope’. Sono dalla loro parte perché i fatti personali non devono interessare agli altri. Sono stata nel suo loft e non notato nulla di strano. Ho letto i suoi libri e una persona che scrive così non può essere uno squallido come si tenta di raccontarlo. Per il resto, non posso discutere di una cosa di cui non conosco l’origine”.

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