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Andrea Camilleri oltre il Commissario Montalbano, la carriera in Rai come regista e sceneggiatore

Tutti lo conoscono come il papà di Montalbano, ma lo scrittore scomparso a 93 anni ha lavorato molto in televisione, ben prima di scrivere le vicende del celebre commissario. Assunto in Rai negli anni 50 (dopo un primo “no” perché comunista), ha lavorato come autore, regista e delegato alla produzione di moltissimi sceneggiati e fiction.
A cura di Valeria Morini
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Per tutti, Andrea Camilleri resterà famoso soprattutto come il papà del Commissario Montalbano. Eppure, lo scrittore di Porto Empedocle, morto il 17 luglio a 93 anni dopo una lunga degenza in ospedale, è stato una figura importante della televisione italiana, non solo grazie alla fortunatissima serie tratta dai suoi romanzi. Non tutti, forse, ricordano la sua carriera in Rai, come sceneggiatore, produttore e regista.

L'ingresso in Rai, dopo il no perché comunista

Se infatti risale al 1978 il suo esordio letterario e al 1994 il primo romanzo su Montalbano (la serie è prodotta dal 1999), l'amore per il piccolo schermo è ben più antico. Siamo nel lontano 1954, agli albori della tv italiana, quando Camilleri partecipa a un concorso per funzionari della Rai. Nonostante il risultato positivo, non viene assunto, a suo dire per le simpatie nei confronti del partito comunista. Fortunatamente, mamma Rai ci ripensa e tre anni dopo il futuro scrittore fa il suo ingresso nell'azienda pubblica: è il 1957, lo stesso anno in cui Camilleri sposa Rosetta Dello Siesto. Dal 1959 a tutti gli anni sessanta si occupa come delegato alla produzione di diversi sceneggiati, tra cui "Sheridan: Squadra omicidi" con Ubaldo Lay, e "Le inchieste del commissario Maigret", lo storico adattamento con Gino Cervi. Non è un caso, probabilmente, che si tratta proprio di polizieschi, un genere cui lui stesso porterà gloria con le imprese di Montalbano.

Camilleri sceneggiatore, regista e attore

Come sceneggiatore, Camilleri firma "Le avventure di Laura Storm" con Lauretta Masiero (1965-1966) , "Lazarillo" (1970), "La mano sugli occhi" (1979), "Western di cose nostre" con Domenico Modugno e un giovane Sergio Castellitto (1984), "Un siciliano in Sicilia" (1987), "Crimini" (2006) e il cortometraggio "Il gioco" (2009). In qualità di regista, dirige invece "La carretta dei comici" (1970)", "Re Cervo" (1970), il già citato "Lazarillo",  le regie televisive delle opere teatrali "Finale di partita" di Samuel Beckett con Renato Rascel e Adolfo Celi (1970) e "Francesca Da Rimini" (1980), "L'indizio (cinque inchieste per un commissario)" (1982).

Camilleri tra cinema e ruoli da attore

Per il cinema, invece, Camilleri scrive solo "La strategia della maschera" (1998) di Rocco Mortelliti, giallo poco fortunato in cui ha anche un piccolo ruolo come attore. L'eclettico Camilleri, del resto, appare in vesti di interprete anche in "Guerra di spie" con Jean Rochefort e in "Prove per una tragedia siciliana" con John Turturro. La sua ultima interpretazione sarà postuma: sentiremo la sua voce in "La famosa invasione degli orsi in Sicilia", film d'animazione di Lorenzo Mattotti che dopo la presentazione a Cannes uscirà in sala.

I romanzi sulla Vigata dell'800

Ricordiamo infine che non solo i romanzi di Montalbano sono stati trasformati in fortunate fiction televisive, ma anche "La scomparsa di Patò" con Nino Frassica (2010), "La mossa del cavallo: c'era una volta Vigata" con Michele Riondino (2018) e "La stagione della caccia" con Francesco Scianna (2019), tutti ambientati nella Vigata dell'800 e di cui Camilleri è stato anche co-sceneggiatore.

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