“Andava raddrizzata”: a ‘Il terzo indizio’ l’omicidio di Elena Ceste, strangolata e gettata in un canale
La puntata de ‘Il terzo indizio‘, trasmessa martedì 23 gennaio, ha ricostruito il caso di Elena Ceste con la tecnica della docufiction. Barbara De Rossi ha ripercorso le tappe dell'omicidio della mamma di Costigliole D'Asti. In appello è stata confermata la condanna a 30 anni per il marito Michele Buoninconti. Secondo gli inquirenti avrebbe strangolato la moglie con "lucidità e ferocia". A maggio, ci sarà il verdetto della Cassazione. L'uomo continua a proclamarsi innocente.
- 24 gennaio 2014 - La scomparsa e la versione del marito
- Dopo la scomparsa di Elena, Buoninconti sente altre donne
- 18 ottobre 2014 - Ritrovato il corpo di Elena Ceste
- La dinamica del delitto e il presunto movente
- Elena Ceste e il desiderio del marito di "raddrizzarla"
- Buoninconti condannato a 30 anni, si attende la Cassazione
24 gennaio 2014 – La scomparsa e la versione del marito
Elena Ceste scompare il 24 gennaio del 2014 dalla sua casa di Costigliole d'Asti. 38 anni, casalinga e madre di quattro figli, era solita trascorrere le sue giornate occupandosi delle mille incombenze domestiche. Secondo la dinamica dei fatti riportata dal marito Michele Buoninconti, la donna gli avrebbe chiesto la cortesia di accompagnare i bambini a scuola, perché stava poco bene. Al ritorno, avrebbe trovato una pila di vestiti accanto al cancello, ma della moglie non c'era più traccia.
Dopo la scomparsa di Elena, Buoninconti sente altre donne
Scattano subito le ricerche e da tutta Italia giungono segnalazioni di avvistamenti di donne simili a Elena Ceste. Vengono seguite diverse piste. Michele Buoninconti sostiene che la sera prima della scomparsa, la moglie delirasse. A suo dire, la donna avrebbe manifestato una certa inquietudine per essere stata filmata mentre aveva un rapporto con un amico. Il racconto dell'uomo non convince gli inquirenti. Intanto, la notorietà acquisita grazie ai tanti interventi in tv, porta Buoninconti a conoscere diverse donne che si mettono in contatto con lui. Nonostante Elena sia ancora solo scomparsa, si comporta come se non fosse sposato. Ecco i messaggi intercorsi con una donna calabrese:
"Michele: “Fra noi c’è feeling”. Lei: “Quando il cuore batte forte come il mio, credo di sapere il perché. Ma io gli parlo, al mio cuore. Io gli dico di stare più tranquillo perché l’amore nella tua vita potrebbe ritornare. […] Magari in futuro a quest’ora tu starai lavorando, mentre io ti aspetterò in casa e preparerò la cena al mio amore e ai bambini! Magari ne arriverà un quinto…”. Michele: "Grazie T., mi fai commuovere. Ti sto scrivendo con le lacrime agli occhi. Sei una persona eccezionale. Eccezionale dovrà essere la persona che sostituirà Elena”.
18 ottobre 2014 – Ritrovato il corpo di Elena Ceste
Il 18 ottobre del 2014, nelle acque del Rio Mersa, viene ritrovato un corpo in avanzato stato di decomposizione. Il test del DNA sui poveri resti non lascia spazio a dubbi, si tratta della mamma di Costigliole D'Asti: "Al termine di specifiche analisi condotte da un Istituto specializzato di Torino delegato al riguardo dall’Autorità giudiziaria inquirente, è stato riscontrato che il DNA della signora Elena Ceste, scomparsa il 24 gennaio 2014 dalla propria abitazione di Costigliole d’Asti, è compatibile con quello del cadavere ritrovato il 18 ottobre scorso ad Isola d’Asti in località Chiappa. I familiari della donna sono stati informati da alcuni ufficiali del comando provinciale Carabinieri di Asti. Le indagini continuano nel più stretto riserbo." Gli inquirenti, quindi, analizzano le celle telefoniche che sembrano incastrare Michele Buoninconti. L'uomo viene arrestato.
La dinamica del delitto e il presunto movente
Secondo i magistrati, sarebbe stato Michele Buoninconti a uccidere Elena Ceste dopo aver "perso il dominio su di lei". L'uomo avrebbe strangolato la moglie poco dopo le 8 del mattino del 24 gennaio 2014. Poi avrebbe caricato il corpo sulla sua auto per gettarlo in un canale a 900 metri da casa. A scatenare la lite che avrebbe poi condotto all'omicidio, sarebbe stata la consapevolezza di Buoninconti che Elena non era più disposta a incarnare il ruolo di moglie e madre sottomessa. Era pronta a separarsi. Ciò, per Michele, avrebbe rappresentato non solo la perdita dell'onore ma anche della casa, che apparteneva alla moglie.
Elena Ceste e il desiderio del marito di "raddrizzarla"
Nel corso del processo, la vita coniugale di Elena Ceste e Michele Buoninconti è stata passata al microscopio. L'uomo amava risparmiare, dunque, annotava meticolosamente anche la più piccola uscita economica. Quando la moglie andava a fare la spesa, il più delle volte non portava con sé il denaro: "Devi dire che passerà tuo marito", le diceva Buoninconti. L'assicurazione dell'auto di Elena veniva pagata solo nei mesi durante i quali i figli andavano a scuola, il resto dell'anno la vettura era inutilizzabile. Le intercettazioni che riproducono i dialoghi tra Buoninconti e i figli, lo ritraggono orgoglioso per aver "raddrizzato" la moglie: "Con mamma c'ero riuscito a farla diventare donna. Solo, vai a capire cosa ha visto! Diciotto anni della mia vita per recuperarla, diciotto anni per raddrizzare mamma!”. Numerosi, inoltre, i dialoghi in possesso degli inquirenti nei quali l'uomo tenta di convincere i figli a non svelare le liti tra lui e la madre a cui avevano assistito:
"Loro vogliono sentire solo questo, che tra di voi non andate d'accordo. Così uno va da una parte, uno da un'altra parte … Vi va bene vivere così, separati? E a me, perché mamma è … chissà dove, mi mettono ancora da un'altra parte. A casa nostra sai cosa ci fanno venire? Le zocc***, le straniere, a fot*ere! Così c’è una zocc*** per ogni stanza. E la sera c’è il bordello. Perciò cercate di essere bravi tra di voi. Mi avete visto litigare con mamma?". Figlio 1: "Sì". Figlio 2: "E lo chiedi?" Buoninconti: "Eh, loro questo vogliono sentire. Se glielo dite, state tranquilli che mi mettono da un'altra parte".
Buoninconti condannato a 30 anni, si attende la Cassazione
Il 4 novembre 2015 è arrivata la prima condanna per Michele Buoninconti: 30 anni di reclusione con l'accusa di omicidio premeditato e occultamento di cadavere. La condanna è stata confermata anche in appello. Nelle motivazioni della sentenza si parla di un omicidio compiuto con "lucidità" e "ferocia". Il 7 maggio 2018 spetterà alla Cassazione pronunciarsi. Buoninconti, intanto, continua a proclamarsi innocente.