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Amore Criminale, il tentato omicidio di Vasco Guidi, la ex: “Ti ammazzo e mi libero di te”

Era il 14 maggio 2014 quando S.C. esplose 6 colpi di pistola contro l’ex compagno Vasco Guidi, alla presenza dei due figli di 8 e 5 anni. La donna non accettava la fine della loro relazione. Vasco Guidi, sopravvissuto al tentato omicidio, ha dichiarato: “Mentre mi scaricava addosso il caricatore mi ha ricordato che me lo aveva promesso. Nei messaggi minatori mi diceva ‘Ti ammazzo, tanto un anno di galera e sono fuori. Presto mi libererò di te, è una promessa’”.
A cura di Daniela Seclì
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Non solo casi di femminicidio ad ‘Amore Criminale‘. La trasmissione di Rai3, infatti, mira a esplorare e raccontare l'amore che si trasforma in rabbia, gelosia, rancore e talvolta arma la mano di chi si sente rifiutato, senza distinzione di genere. La terza puntata del programma, ha dedicato ampio spazio alla storia di un ‘sopravvissuto'. Asia Argento ha raccontato il caso del tentato omicidio di Vasco Guidi, avvenuto il 14 maggio 2014 per mano dell'ex compagna S.C. (ad ‘Amore Criminale' viene menzionata con il nome di fantasia Lisa). La donna non accettava la fine della loro relazione. Mentre sparava a Guidi urlava:

"Te l'avevo promesso che t'avrei ammazzato".

Chi è Vasco Guidi

All'epoca dei fatti, Vasco Guidi aveva 42 anni. Originario della provincia di Pistoia, lavorava come commesso in un supermercato, occupandosi del reparto ortofrutta. Padre di due figli – che il giorno della sparatoria avevano 8 e 5 anni – nati dalla relazione con S.C., durata 6 anni e conclusasi nel 2011, quando l'uomo intraprende una nuova storia d'amore con una collega.

Chi è S.C., la donna che sparerà a Vasco Guidi

Nel 2014, S.C. aveva 37 anni. Anche lei commessa presso un supermercato di Buggiano, lavorava nel reparto pescheria. Gli amici la definivano "una persona dolcissima e innamorata dei suoi bambini". La fine della relazione con Vasco Guidi le aveva causato grandissima sofferenza. Su Facebook spesso esprimeva il suo desiderio di trovare di nuovo l'amore e sentirsi importante per qualcuno.

L'amore, il tradimento e le liti per l'affidamento dei figli

Quando Vasco e S.C. si conoscono, lui è reduce da una separazione, lei è fidanzata e pianifica di andare a convivere con il suo compagno. Tra i due scatta subito la scintilla, poco dopo S.C. lascia il compagno, per iniziare una relazione con Vasco. Quando lei si accorge di aspettare un bambino, i due vanno a convivere. Così, scoprono di non essere compatibili. Scoppiano spesso discussioni per motivi banali. Vasco ha dichiarato:

"La fase dell'innamoramento era finita e mi sono detto ‘cosa ho combinato?' C'era un bambino, altrimenti ci saremmo lasciati subito".

I due provano a ricominciare insieme e riescono a riavvicinarsi, S.C. rimane di nuovo incinta. Lui, inizialmente non desidera il secondo figlio e le chiede di abortire, lei invece lo vuole tenere. Guidi ha spiegato:

"A differenza del primo figlio, la nascita del secondo l'ho subita. La crisi con lei si era riaperta e il fatto del bambino era diventato un nuovo argomento di discussione tra me e lei. È bastato un bacino del piccolo, a sciogliere ogni mia riserva su di lui".

Con S.C., invece, le cose non migliorano e i due vivono da separati in casa. Nel 2011, Vasco conosce un'altra donna sul posto di lavoro. Una collega avvisa S.C. del ‘tradimento‘ del suo compagno. Quando l'uomo rientra, trova tutte le sue cose sparse per strada. Così, quella convivenza con la madre dei suoi figli iniziata nel 2005, finisce. Lei gli nega la possibilità di vedere i bambini. Seguono tre anni estremamente dolorosi per la donna, che fatica ad accettare la fine del rapporto ed è ossessionata dalla relazione che Vasco ha con la nuova compagna. Diventano, inoltre, sempre più frequenti gli scontri per via dell'affidamento dei figli. Il comandante provinciale dei carabinieri di Pistoia, colonnello Eugenio Cacciuttolo, nel 2014 spiegò:

"Tra i due, c'erano tre anni di liti e acredine per motivi di affidamento dei figli e probabilmente quello della donna è stato un gesto d'impeto".

14 maggio 2014 – Il tentato omicidio di Vasco Guidi

Erano le 18:30 circa del 14 maggio 2014. Vasco Guidi si trovava in un fondo agricolo di sua proprietà a Ponte di Serravalle. Stava giocando con i suoi bambini, quando è stato raggiunto da S.C. che ha estratto la sua Beretta 950 B, calibro 6.35 e, davanti ai figli, ha esploso sei colpi di pistola contro Guidi, raggiungendolo alla schiena, alla spalla, a un piede e al polso. Uno dei proiettili si è conficcato in un polmone. Tuttavia, l'uomo è riuscito a trascinarsi nel campo vicino e a chiedere aiuto. S.C. ha preso i figli ed è fuggita a bordo dell'auto dell'ex compagno. Durante il tragitto ha chiesto consiglio al padre, che l'ha invitata a portargli i nipoti e a costituirsi. Così, ha avuto fine la sua fuga. Dopo aver lasciato i bambini dai nonni, alle 20:30, la donna si è presentata alla stazione dei Carabinieri di Pescia insieme ai suoi legali ed è stata arrestata.

Guidi: "S.C. ha cercato di finirmi salendomi addosso"

Vasco Guidi ha raccontato la sua versione dei fatti, parlando di un vero e proprio agguato, già annunciato da diverse minacce. Ecco le sue parole:

"Quel giorno non abbiamo discusso. È arrivata a piedi, si è nascosta e ha fatto quello che mi aveva promesso, sparandomi a bruciapelo alle spalle, di fronte al bambino più piccolo. Ha cercato di finirmi salendomi addosso e continuando a sparare. E quando sono riuscito a liberarmi, nonostante ci fosse nella linea di tiro il bambino, ha continuato a fare fuoco fino all’ultimo colpo seguendomi. Con sé aveva l’arma e due grossi sacchi neri. […] Non posso accettare che non si voglia mai mettere in risalto la gravità del gesto fatto davanti e a rischio dei bambini, che pagheranno per tutta la loro vita la follia della loro madre".

Quindi ha aggiunto: "Non posso credere che passi inosservata una minaccia di morte che ho ricevuto nel 2011 e che ho dettagliatamente esposto, così come gli episodi di tre anni dopo, con la piccola differenza che sono rimasto vivo e non sono morto come da programma. Mentre mi scaricava addosso il caricatore mi ha ricordato che me lo aveva promesso. Se non è premeditazione questa! Tramite una mia querela, la Procura e tutte le istituzioni coinvolte erano a conoscenza delle sue intenzioni già dal 2011: ‘Aspetto che mi arrivi quello che mi serve e poi ti ammazzo' mi disse, e poi ‘tanto con un anno di galera sono fuori‘. Ha chiesto e avuto un porto d’armi, ha comprato una pistola e dopo poco tempo ha fatto quello che mi aveva detto".

Minacce e porto d'armi ottenuto nonostante le querele

Vasco Guidi ha anche sottolineato come ci siano stati troppi errori. Uno su tutti, la concessione del porto d'armi nonostante le querele a carico di S.C.: "Da quello che abbiamo potuto capire dalle indagini il porto d’armi sarebbe stato concesso perché, nel terminale, non erano state inserite le querele già pendenti a suo carico. L'8 gennaio 2013, quando lo ha ottenuto, avevo già presentato numerose querele. Il sabato successivo al giorno del tentato omicidio dovevo partire e con un sms S.C. mi aveva promesso che non sarei partito. Senza contare tutti i messaggi minatori che negli anni mi ha inviato e messi agli atti, dove mi ricordava che presto si sarebbe liberata di me". Ecco alcuni dei messaggi trasmessi da ‘Amore Criminale':

"Sei tu che hai voluto trascorrere il tuo ultimo Natale con altre persone. Questo è il tuo ultimo Natale, è una promessa. […] Penalmente sono sicura che mi libererò di te. […] Ami il rischio? Chi scherza con il fuoco alla fine si brucia".

S.C.: "Tengo ancora a Vasco Guidi, ho fatto una caz*ata"

Agli inquirenti, S.C. disse di aver avuto una lite con l'ex compagno, perché lui aveva criticato il suo modo di essere madre. Inoltre, la donna non nascose di provare ancora dei sentimenti nei confronti di Vasco Guido.

"Ho fatto una caz*ata. Non riesco a staccarmi da lui, anche se sono trascorsi tre anni. Ci tengo ancora a lui. […] Quel giorno è nato un litigio perché lui mi ha accusato, dicendomi che uno dei ragazzi non stava crescendo bene. Mi ha anche detto che li avrebbe presi lui. In quel momento ho perso la testa, ho preso la pistola e ho sparato. Quando è caduto, ho sparato a casaccio altri colpi: in quel momento non stavo guardando".

S.C. condannata a 8 anni di reclusione

Dopo un processo con rito abbreviato, S.C. viene condannata a nove anni e otto mesi di reclusione. L'accusa è quella di tentato omicidio aggravato. La Corte d'Appello non riconosce la premeditazione e riduce la pena a 8 anni. Il tribunale per i minorenni di Firenze ha disposto l'affido esclusivo dei due figli a Vasco Guidi. I nonni materni potranno vedere i nipoti alla presenza dei servizi sociali di Pescia.

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