Amanda Knox è stato orribile. Ci aspettavamo qualcosa di diverso?
Era previsto che la conclamata resa televisiva della vicenda di Amanda Knox avrebbe avuto poco valore dal punto di vista del racconto. In poco più di un'ora e mezza il resoconto è stato quello di una sintesi sterile dell'accaduto, che in qualche modo ha provato a esporre la faccia della medaglia che gli spettatori italiani meno conoscevano, ovvero quella macchina del fango che avrebbe marciato su alcuni fattori i quali, ingigantiti, si sono trasformati quasi in prove corroboranti della colpevolezza dei due ragazzi.
E' un film che in qualche modo racconta un punto di vista, quello che prova a descrivere Sollecito e la Knox sotto una veste di innocenza, ma non si riesce a concentrare su aspetti psicologici dei protagonisti della vicenda, cosa che per certi versi sarebbe stata a modo suo interessante: la melensa storia d'amore iniziale, poi solo dramma, niente più. Non si sarebbe rigettata un'opera che parlasse di una vicenda così nota all'opinione pubblica, che ha riguardato la messa a confronto di due sistemi di giustizia e di indagine. Da spettatore però, si sarebbe preferito evitare quella sensazione disgustosa di qualcosa che è stato realizzato per il puro gusto di farlo, prendendosi il ritorno del peso mediatico estremo di cui la vicenda può godere.
Si è cominciato a parlare della messa in onda del film giorni prima che avenisse effettivamente e, per altro, Mediaset è stata diffidata per il contenuto del prodotto. E in effetti, visto lo squallore nazional-popolare di fondo che ha abitato questa fiction, ampiamente previsto d'altronde, non avremmo disdegnato l'idea che si evitasse di amplificare in uno stucchevole interesse mediatico per le vicende di cronaca nera. Il timore reale è che la tv, e di riflesso il pubblico medio, non la smetteranno mai di riversare in eventi come questo pletore di attenzione superflua.