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‘All you can eat’ sfida Le iene e dimostra la qualità del sushi, Feng: “Dopo il servizio ho avuto paura”

Dopo il servizio che dimostrava l’elevata presenza di batteri nel sushi di alcuni ‘All you can eat’, Feng – titolare di un esercizio simile – ha sfidato la trasmissione di Italia 1, al grido di: “Non temiamo le Iene, il sushi lo facciamo bene”. Nadia Toffa è andata a verificare. Le analisi hanno dato ragione a Feng, che ha emozionato gli spettatori raccontando la sua vita di sacrifici: “Ogni mese mi rimangono pochissimi soldi per vivere. Dopo il vostro servizio ho avuto paura, c’è stato un calo drastico”.
A cura di Daniela Seclì
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La trasmissione ‘Le Iene‘ si è occupata di ‘All you can eat‘ e sicurezza alimentare. In questi esercizi, è possibile mangiare senza limiti diversi cibi, tra cui il sushi, ma a un prezzo fisso e generalmente basso. La domanda che Nadia Toffa si è posta è stata: ‘È possibile consumare pesce crudo fresco a poche decine di euro?'.

L'inchiesta delle Iene ha visto l'inviata visitare diversi ristoranti con un esperto ‘sushi man'. Il risultato? I campioni di pesce prelevati e fatti analizzare hanno riportato dati poco rassicuranti. Su otto ‘All you can eat', solo tre riportavano risultati discretamente soddisfacenti. Gli altri cinque invece, riportavano un'elevata presenza di batteri, come escherichia coli e stafilococco.

Dopo la messa in onda del servizio, un ‘All you can eat' milanese ha diffuso dei volantini su cui si leggeva ‘Non temiamo le Iene, il sushi lo facciamo bene‘. Così, Nadia Toffa ha raccolto la sfida e senza preavviso si è presentata nell'esercizio. Il titolare, Feng, ha accompagnato l'inviata in giro per il ristorante, permettendole di fare le sue verifiche. La Toffa ha dichiarato:

"A essere sinceri, in questo ristorante non c'è nessun odore strano. Un punto a loro favore. Il salmone ha una superficie lucida, colore intenso e fette spesse e abbondanti. Sembrerebbe tutto ok".

Mancano le etichette sul pesce, ma Feng ha spiegato che è quello "pronto all'uso". La vetrinetta era pulita, il sushi man usava i guanti, i taglieri non ancora usati erano perfettamente bianchi. Feng ha dimostrato di tenere molto a superare la prova, così si è messo a completa disposizione della trasmissione di Italia1. Sono stati prelevati i campioni da analizzare e i risultati sono stati svelati nel corso della puntata de ‘Le Iene' trasmessa mercoledì 10 maggio. Feng è apparso estremamente nervoso. I risultati, però, gli hanno dato ragione. Nadia Toffa, infatti, ha annunciato:

"Le analisi non sono buone ma ottime".

La storia di Feng

Feng ha avuto modo di raccontare la sua storia. Riguardo ai volantini in cui sfidava Le Iene ha spiegato:

"L'ho fatto con un po' di amarezza dentro. Abbiamo visto il lavoro prima e dopo il servizio, una caduta drammatica. Noi veniamo qua per lavorare, abbiamo una cultura più bassa rispetto alla media cinese, perché noi veniamo da una zona non sviluppata. Per uno che ha studiato poco, è più difficile inventare qualcosa di nuovo, per quello ci vuole la conoscenza".

Prima di vedere i risultati delle analisi, inoltre, ha assicurato:

"Se le analisi andassero male mi sentirei un traditore, ci sono tanti amici e clienti che mi conoscono. Alcuni clienti sono più di 10 anni che mangiano sushi da me. Chiuderei subito il ristorante, questa è colpa solo mia e non della ‘All you can eat'. Non voglio danneggiare i miei colleghi".

Infine, ha raccontato la sua storia:

"Ho 39 anni e vengo dalla Cina. Vengo da una zona povera, lì facevo l'impiegato. Prendevo 400 euro. Facevo una vita tranquilla. Sono venuto qua perché dalla televisione ho saputo che l'Europa è una zona molto più sviluppata rispetto a noi, quindi volevo vedere il mondo occidentale. In Italia c'era mio fratello che faceva sushi e abbiamo deciso di fare un take away a Milano. Il sushi era un fenomeno di moda. Abbiamo iniziato investendo 30 mila euro, una parte erano i risparmi del nostro stipendio e una piccola parte erano dei nostri genitori. Oggi ho tre ristoranti. Ho fatto dei finanziamenti per aprirne altri. Per comprare quel ristorante in cui siete stati ho speso 500 mila euro e mi sono indebitato. Pago 5000 euro al mese, mi rimane pochissimo per vivere. […] Ho tre figli: Viola, Erica e Riccardo. Sono nati in Italia. Lavoro moltissimo in modo che loro possano avere un profilo più alto rispetto a quello dei loro connazionali. Ho dato lavoro a 19 persone. Pago le tasse. Quando ho visto il vostro servizio ho pensato ‘Questa volta è una tempesta'. Ho avuto paura, ho appena fatto un investimento grosso e non mi aspettavo questo calo".

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