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Alex Schwazer: “La squalifica segna il mio addio allo sport, presto diventerò papà”

Ospite di ‘Verissimo’, Alex Schwazer ha colto l’occasione per ribadire la sua innocenza. Il marciatore è certo di essere vittima di un complotto. Ha spiegato, infine, che la squalifica segnerà il suo addio allo sport perché non ha la forza di ricostruire tutto per l’ennesima volta. Presto diventerà padre.
A cura di D.S.
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Alex Schwazer si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a ‘Verissimo'. Il marciatore è reduce dalla squalifica alle Olimpiadi di Rio per doping. La Procura di Bolzano sta approfondendo l'accaduto. Il campione di urine incriminato, infatti, è stato sequestrato per procedere all'esame del DNA. L'atleta, intanto, è convinto di essere stato incastrato:

“Sono stato sicuramente incastrato e quello che adesso resta da capire è come e da chi. Questa cosa del DNA è buona per noi perché riusciremo a capire altre cose. Penso che, se si trovasse una qualsiasi cosa che non appartiene al mio fisico in queste urine, sarà la prova che c’è stato un complotto contro di me”.

Con il test spera che si faccia luce sulla vicenda che ha portato alla sua squalifica. Al momento, però, non è dato sapere quando i risultati saranno pronti: “Non lo sappiamo perché deve ancora essere fatto e lo farà la Procura di Bolzano. Si tratterà di una questione di qualche settimana. A quanto mi risulta le mie urine sono ancora in Germania, conservate nel laboratorio antidoping”.

Alex Schwazer e il doping: "Sono innocente"

Il marciatore ha colto l'occasione per ribadire la sua innocenza: “Sono innocente perché negli ultimi tre anni e mezzo ho pagato come nessun altro a causa del doping. Non solo a livello atletico, ma anche a livello personale e di immagine. Pochi atleti, se non nessuno, sono stati usati così come esempio negativo per il doping come me, dimenticandosi che io avevo già vinto prima senza doping. Sono innocente perché poi, quando ho ripreso, ho fatto tutto quello che adesso un atleta può fare per dimostrare la sua pulizia”. Quindi ha aggiunto:

“Non so chi mi ha incastrato. Io ho detto alcune cose contro delle persone che hanno sbagliato come ho sbagliato io. Due medici e in parte una federazione che adesso è stata esclusa a Rio, ma già 4/5 anni fa, quando già tutti sapevano dei russi, io ho collaborato con la loro agenzia antidoping. Inoltre, penso che, in parte, anche lo scandalo della Federazione Internazionale di Atletica sia nato dalla mia positività. Perché sono stati sequestrati dei dati su altri atleti che mai sarebbero dovuti uscire allo scoperto. E da lì è partita poi tutta questa indagine che ha portato alla situazione di adesso”.

Secondo Schwazer il complotto sarebbe scaturito proprio dalle sue rivelazioni: “Tutti gli atleti che hanno parlato a queste Olimpiadi non ci sono andati. Non solo io, penso alla mezzofondista russa che ha parlato contro il loro sistema (ed ora è in pericolo di vita). Lei non è stata accettata perché eticamente non corretta per il fatto che in passato si è dopata. Il messaggio quindi è molto chiaro: se uno che ha fatto uso di doping è stato scoperto e non parla allora chi dovrebbe parlare? La conclusione è meglio non parlare, così resta tutto com’è”.

Schwazer: "I tempi che hanno fatto a Rio, io li facevo a 20 anni. Perché doparmi?"

Alex Schwazer ha dichiarato che i tempi fatti dagli altri atleti a Rio, erano alla sua portata. Dunque, non aveva motivo di barare ricorrendo al doping: “Mai, perché ho perso tantissimo. Se vuoi vederlo dal punto di vista sportivo non ne ho bisogno. I tempi che hanno fatto a Rio, li ho già fatti quando avevo 20 anni, li ho fatti adesso a 31 e li farò anche a 40. Sono tempi buoni ma non super tempi”. 

Alex Schwazer: "Dico addio allo sport, non penso ci siano speranze"

Se fosse confermata la squalifica, il marciatore potrebbe tornare a gareggiare intorno ai 40 anni. Alex Schwazer, però, non prende in considerazione la possibilità di ricostruire il suo percorso sportivo per l'ennesima volta:

"Tra otto anni non ci sarò perché otto anni senza gare sono impossibili e io voglio anche voltare pagina. Fortunatamente a livello privato sto bene, ma a livello sportivo questa è una mazzata molto più grande di quella di quattro anni fa. Quattro anni fa ero colpevole, adesso non lo sono e mi hanno tolto tanto, per cui per forza devo staccare”.

Silvia Toffanin, allora, gli chiede se abbia intenzione di dire addio allo sport. La sua risposta è stata: “Io sono squalificato per otto anni. Ora ne ho 31 e penso che già adesso, dopo tre anni, ho fatto un mezzo miracolo a tornare, quindi sì, non penso che ci saranno speranze. E poi non saprei cosa potrei fare di più dei controlli a cui mi sono sottoposto in questo anno”. Da una parte la squalifica è stata durissima da accettare ma ora ci sono "cose molto importanti che quattro anni fa non avevo".

“Dopo il 2012 ho avuto dei momenti non belli, adesso spero di non tornare in questa situazione. Adesso ho una famiglia, sono più grande. È una sensazione di tristezza, perché tutti i sacrifici che hai fatto li vedi distrutti. […] Non mi piace raccontare la mia situazione, ma è anche vero che rinchiudersi è sbagliato ugualmente. Adesso vediamo come vanno questi esami. Io sono convinto che uscirà per bene tutto quello che è successo e poi ci rivediamo”.

Infine, ha annunciato: "È vero diventerò papà ma non so ancora se sarà maschio o femmina”.

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