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Alberto Angela ricorda il nonno Carlo: “Ha salvato le vite di molti ebrei”

Il conduttore, ospite a “Da noi…a ruota libera” di Francesca Fialdini, ha ricordato con affetto il nonno Carlo Angela, la cui storia straordinaria è rimasta segreta per mezzo secolo: medico e direttore di una clinica, il professore vi salvò diversi ebrei e antifascisti, proteggendoli durante l’occupazione tedesca. “Non parlava delle sue gesta, andavano fatte e basta”.
A cura di Valeria Morini
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Pochi, probabilmente conoscono la storia straordinaria di Carlo Angela, medico che salvò la vita a diversi ebrei dalla Shoah proteggendoli nella sua clinica. Una vicenda che è emersa solo a 50 anni di distanza e che è nota anche grazie alla prestigiosa discendenza del professore: Carlo era infatti il padre di Piero Angela e il nonno di Alberto. Ne ha parlato domenica 27 ottobre, nel programma "Da noi…a ruota libera" di Francesca Fialdini, proprio il nipote Alberto Angela:

Non ho mai conosciuto mio nonno, è morto prima che io nascessi, quando mio papà aveva 21 anni. L'ho conosciuto in un modo abbastanza curioso. Sapevo che era un professore, ma non conoscevo la sua vita. Poi è successo questo: lui aveva salvato e protetto degli ebrei nella sua clinica, fuori Torino. Fra questi c’era una coppia, che mio papà ricorda molto bene. La loro figlia, quando sono mancati tutte e due, ha trovato in un cassetto un rotolino con il diario della loro permanenza in questa clinica e ne ha fatto un libro. Lì ho ritrovato mio nonno e il suo volto. Non se ne parlava in famiglia. Credo che sia una cosa tipica di chiunque abbia fatto delle gesta come le sue: non si racconta… È stato fatto e basta perché bisognava farlo.

Chi era Carlo Angela

Carlo Angela fu un antifascista convinto, che dopo il delitto Matteotti accusò esplicitamente Mussolini e i suoi seguaci "per il nefando delitto che ha macchiato indelebilmente l'onore nazionale". Negli anni del regime si trasferì a San Maurizio Canavese come direttore sanitario della casa di cura per malattie mentali "Villa Turina Amione". Durante l'occupazione tedesca e la Repubblica Sociale Italiana offrì rifugio a diversi antifascisti ed ebrei, falsificando le cartelle cliniche per giustificare il loro ricovero. Rischiò anche la fucilazione, ma dopo la guerra venne eletto sindaco. Le sue azioni vennero però rese pubbliche solo nel 1995, all'uscita del libro di cui ha parlato Angela, pubblicato da Anna Segre: era il diario raccolto dal padre Renzo insieme a sua moglie Nella. Sulla base di prove e testimonianze, il 29 agosto 2001 una commissione israeliana  ha conferito a Carlo Angela l'onorificenza di Giusto tra le nazioni inserendo il suo nome nel Giardino dei giusti di Yad Vashem di Gerusalemme. Il premio è stato consegnato ai figli Piero e Sandra: Carlo era morto a Torino il 3 giugno 1949.

Perché i programmi di Alberto Angela hanno successo

Alberto Angela ha parlato del successo dei sui programmi, in particolare "Ulisse – Il piacere della scoperta" che sta andando in onda ogni sabato su Rai1. Una fortuna che sarebbe da attribuire al pubblico italiano, più colto, preparato e interessato di quanto non si reputi generalmente: "La concorrenza si basa sull'intrattenimento. Noi abbiamo un altro pubblico, la Rai è riuscita a trovare spettatori che sono recettivi. Non so se all'estero ci sia un pubblico così. Il fatto che ci sia un programma di divulgazione al sabato sera avviene perché in Italia c'è un pubblico diverso da quello degli altri Paesi".

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