Alberto Angela nel mirino delle critiche: “Bravo presentatore, come esegeta della Bibbia molto meno”
Alberto Angela è certamente tra i personaggi più popolari e stimati del panorama televisivo italiano in questo momento. Ma si sa, per essere davvero amati non si può fare a meno di detrattori, o quantomeno di alcune critiche. Come quelle indirizzate dal direttore de L'Osservatore Romano Giovanni Maria Vian rispetto ad alcuni presunti errori nei riferimenti biblici forniti dal divulgatore durante la puntata di Meraviglie dedicata alla Cappella Sistina: "Il successore televisivo del padre Piero è stato bacchettato su ‘Pagine ebraiche’ del 30 settembre scorso da Massimo Giuliani a proposito della celeberrima raffigurazione degli antenati di Cristo nella Sistina". E prosegue:
Come presentatore e divulgatore è molto bravo, ma come esegeta della Bibbia molto meno. Quando gli è toccato di spiegare la lunetta della volta che l’artista rinascimentale ha dedicato a Iacob e Ioseph, ossia Giacobbe e Giuseppe, il nostro Alberto ha concluso che, essendo Giacobbe il padre di Giuseppe, vediamo qui il nonno di Gesù!
La data dell'eruzione del '79 d.c.
Nel suo intervento puntiglioso Vian si cura di invitare Angela a un comportamento meno enfatico in alcune manifestazioni, in particolare dopo le parole del divulgatore rispetto alla grande scoperta su Pompei di questi ultimi giorni. Grazie a una scritta comparsa in seguito ad alcuni scavi, è stata sostanzialmente confermata l'ipotesi secondo cui l'eruzione del 79 a.c. sarebbe avvenuta in ottobre anziché agosto, come riportato da Plinio. Ed Angela aveva sostenuto già un'ipotesi simile, come rivendicato nelle scorse ore, mentre riceveva la cittadinanza onoraria di Pompei. “Divulgare ed enfatizzare in ambito culturale – scrive Vian – soprattutto di questi tempi, fa senz’altro bene (in particolare a Pompei), ma andrebbe fatto con un po’ di misura e, in Sistina, con un minimo supplementare di attenzione e preparazione”.
Anche Marco Rizzo contesta Alberto Angela
Ma le polemiche ad Angela non sono solo di natura giornalistica, bensì anche politica. A contestarlo è stato Marco Rizzo del Partito Comunista, che ha voluto smentire un'affermazione fatta dal divulgatore nella seguitissima puntata di Ulisse dedicata all'Olocausto e alla deportazione degli ebrei dal Ghetto di Roma nel 1943. Rizzo scrive su Facebook: “Nella scorsa puntata di Ulisse si afferma che l’URSS consegnò ebrei ai tedeschi. FALSO. L’URSS fu rifugio per migliaia di ebrei e liberò gran parte dei campi di concentramento nazisti. Basta equiparazioni e falsificazioni storiche anticomuniste”.