Al Bano: “Non voglio piangere miseria, ma il Covid ha fatto anche a me danni incalcolabili”
La diffusione della Covid-19 ha messo in ginocchio il mondo intero, non solo al punto di vista sanitario ed emotivo, ma anche dal punto di vista economico. Tanti sono i cittadini italiani che in questi mesi hanno dovuto capire come far fronte alla crisi delle loro attività, alla loro voce si unisce anche quella di Al Bano Carrisi che, oltre a subire lo stallo delle arti dello spettacolo, ha risentito anche dello scacco dato all'imprenditoria, come racconta ai microfoni di Mattino5, dicendo che si è dato di tempo un anno: "Mi auguro che il signor virus muoia di morte inequivocabile così da poter ricominciare a vivere."
Chiusi il ristorante e l'albergo di Al Bano
Dopo le sue ultime dichiarazioni a proposito della pandemia, rilasciate in tv a Domenica In, che hanno fatto molto scalpore, il cantante torna a parlare dell'argomento. Il problema è duplice, fa intendere Al Bano che si divide tra la sua veste imprenditoriale e quella di Al Bano artista, cantante. In entrambi casa la pandemia ha portato a delle conseguenze a dir poco significative che il cantante non nasconde, anzi, parla apertamente dei danni che ha apportato il propagarsi del virus:
Ebbene sì, la situazione è quella che è il virus sta facendo danni incalcolabili e non guarda in faccia a nessuno. Come tutti mi trovo in una situazione un po' problematica, intanto come artista nesusno di noi può lavorare e nessuno di noi fare il mestiere che per anni ho fatto, nel frattempo ci sono delle persone che lavorano con me, per quanto mi riguarda ci sono circa una cinquantina di famiglie, e aggiungo che grazie a Dio e sottolineo tr volte grazie a Dio, l'azienda vinicola va benissimo, ma parliamo di agricola, parliamo di l'albergo ha chiuso, il ristorante è chiuso, la pizzeria è chiusa, sono perdite giornaliere non indifferenti, ho fatto un esame, e sia ben chiaro non sto piangendo miseria, me ne guarderei bene, ma la situazione è abbastanza critica non solo per me, ma per il resto del mondo che stato attaccato da questo virus.
Anche la musica è in crisi
La situazione non va a migliorare dal punto di vista artistico, dove Al Bano riscontra altre problematiche che richiederebbero l'intervento dello Stato che considera la musica non alla stregua delle altre arti, stando a quanto riferito dal cantante di Cellino San Marco che ha apostrofato il suo settore come "la Cenerentola delle arti":
Esattamente questa è una grande amara verità, la musica è considerata da anni, io sono 60 anni che faccio questo mestiere, la verità è questa non c'è un aiuto da parte dello stato. per lo sport ci sono i grandi stadi, per il teatro di prosa i teatri, noi artisti ci dobbiamo accontentare delle piazze, ogni tanto affittano anche gli stadi, bisogna pur dirlo, ma sono situazioni di comodo. Non ci sono strutture per la musica leggera, e vorrei che si pensasse seriamente a questa cosa.