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Al Bano: “Negli anni ’70 sono stato messo in disparte, così sono emigrato”

Al Bano è stato ospite de “Le Invasioni Barbariche” di Daria Bignardi con la quale ha parlato della sua vita privata, dell’incontro con Romina Power e del suo rapporto idilliaco con la Russia.
A cura di Fabio Giuffrida
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Dopo 10 anni di attesa, Al Bano ha accettato l'invito di Daria Bignardi ad intervenire nella trasmissione tv "Le Invasioni Barbariche" che anche stasera ha avuto grandi ospiti. "Hai venduto milioni di dischi, hai compiuto 70 anni…", così è iniziata l'intervista al cantautore di Cellino San Marco. Subito la Bignardi ha mostrato le immagini del concerto che ha tenuto in Russia con Romina Power e che è stato trasmesso, in esclusiva in Italia, da Rai 1. Queste le sue parole:

Da 19 anni non cantavamo assieme. Più che emozionato, non sapevo cosa sarebbe successo. Questo perché mi è stato chiesto di abbassare due toni visto che lei diceva di essere fuori esercizio […] Noi c'eravamo visti in questi anni 2-3 volte soltanto. Finché c'è stato, è stato un grande amore, quando è finito, invece, è stato un grande dolore.

Ha pure difeso la Russia:

Amo la Russia, che bella gente! Mi dispiace che Putin sia stato escluso dal G8, non la vedo una cosa giusta. Ha seminato una buona dose di democrazia, viveva in un paese schiacciato da un altro tipo di politica […] Ha tirato fuori la Russia da un periodo di gravi incertezze sociali. Ti pare logico che le Pussy Riot devono andare proprio nella Chiesa, nella cattedrale, per andare a ballare, a spogliarsi? Non è un luogo per fare quello che hanno fatto. 

Al Bano però non crede affatto nella politica:

Non mi ha mai dato fiducia la politica. Speriamo che le cose cambino. Io aspetto il miracolo… […] Alcuni partiti mi hanno chiesto pure di candidarmi, dalla destra alla sinistra al centro. Renzi? L'ho incontrato una volta, mi auguro che mantenga tutto quello che dice […] Licio Gelli mi chiese di entrare nella P2. Gli ho risposto: "Poi vedremo". Io sono nato libero.

Ha ammesso di essere stato snobbato negli anni '70, forse perché non faceva parte di una certa fazione politica (il partito comunista). Lui, però, ha deciso di emigrare e in giro per il mondo ha ottenuto il successo che meritava:

I miei brani non venivano passati dalle radio. Luciano Salce aveva fatto una rubrica, la "Schif Parade", e lì c'ero sempre […] Ero stato messo in disparte negli anni '70 in Italia.

Poi ha ripercorso tutti i lavori svolti a Milano:

Facevo l'imbianchino e dormivo nella casa vuota che stavo imbiancando con una coperta. Non mi pagavano nemmeno. Poi lavorai in un bar in piazza del Duomo, come cameriere. Solo che la ragazza che piaceva al titolare si innamorò di me, e lui si infuriò dicendo: "Voi terroni arrivate qui e vi prendete tutto, pure le donne!". E io gli risposi: "Un giorno tornerò e mi dovrai servire tu!". Poi lavorai alla Innocenti fino a quando mi misero in cassa integrazione. Successivamente vidi su un giornale che il clan Celentano cercava nuove voci.

Quella fu la svolta della sua vita:

Mi presentai ai provini e venni preso. Avevo un contratto discografico. Mi fecero incidere una canzone in inglese ma io non conoscevo la lingua, così in un mese la imparai.

L'incontro con Romina avvenne sul set nel 1967 a Roma in occasione di un film tratto dal successo discografico del momento, il brano "Nel sole":

La trovavo strana. Era sempre solitaria e poi la vedevo troppo americana, con la minigonna.

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