Agostina Belli a Live Non è la D’Urso: “Mia madre fu uccisa, riaprite le indagini”
Agostina Belli, una delle più note e belle attrici cinematografiche degli Anni Settanta-Ottanta, è stata ospite della puntata di Live-Non è la D'Urso, durante la quale ha parlato della tragica morte di sua madre, avvenuta cinquant'anni fa. L'attrice ha lanciato un appello affinché le indagini vengano riaperte e anche a distanza di decenni sia fatta giustizia.
La madre uccisa brutalmente
La storia di Agostina Belli è senza dubbio una storia che ha dell'incredibile. Poco più che ragazzina perde sua madre, uccisa brutalmente da un uomo che, all'epoca, la polizia aveva subodorato potesse essere una persona facente parte della cerchia di frequentazioni della donna. Per anni l'attrice ha cercato risposte senza trovare mai la strada giusta. Di recente, però, sfogliando il Corriere della Sera, si è ritrivata dinanzi alla foto di sua madre inclusa tra le donne che negli Anni Settanta furono uccise da un serial killer a Milano, così come ha raccontato in diretta su Canale 5:
Non immaginavo mai di vedere la fotografia di mia madre, sul Corriere della Sera, uccise presumibilmente dallo stesso killer. Non avevo idea ci fosse una ricerca, il sospetto non era solo quello che avevamo noi in famiglia, pensavamo fossero persone che conoscevamo. La polizia a noi aveva detto quando andavamo a chiedere informazioni, loro mi dicevano questo è un delitto passionale perché chi uccide colpendo una donna così tante volte è spinto dalla passione. Io e mio padre abbiamo cercato sempre informazioni.
Agostina Belli vittima di minacce
L'attrice racconta che prima della scomparsa della madre, lei aveva deciso di andare a vivere con il padre perché riteneva avesse più bisogno di lei e quindi sua madre aveva deciso di prendere in gestione una piccola pensione, luogo dove è stata trovata poi senza vita. Non appena è riuscita a lavorare nel mondo dello spettacolo e ad ottenere un po' di indipendenza ha iniziato ad indagare sulla scomparsa di sua madre per conto suo, ma non è stato semplice, dal momento che all'improvviso sono arrivate delle minacce:
Io ho iniziato a guadagnare un po’ di soldi e ho preso un detective privato e sono andata avanti due, tre anni. Ho iniziato a ricevere delle minacce. Mi uccisero il cane, era un cane addestrato era diventato bravissimo e me lo sono trovato avvelenato. La macchina me l’hanno rubata, dopo un po’ la segreteria telefonica con le voci camuffate e la voce mi diceva: “Smettila di fare indagini, interviste. Smettila o farai la fine di tua madre”. Andai alla polizia, loro mi protessero per alcune settimane. La polizia mi ha consigliato di smetterla, mi hanno però dato il porto d’armi. Io ho smesso di fare queste indagini, fin quando non ho letto l’articolo sul Corriere.
L'appello di Agostina Belli
In diretta su Canale 5, quindi, Agostina Belli rivolge un appello in presenza del criminologo Posa che ha analizzato il caso, rivelando che sono molte le affinità tra la morte della signora Belli e quella di altre sei donne in quegli anni. L'attrice ha perciò dichiarato: "Io sono qui per chiedere la riapertura delle indagini. Sette donne che hanno una famiglia, hanno dei fratelli dei mariti che aspettano da cinquant’anni notizie, questi cold case".