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Adriano Celentano: “Pierpaolo Pasolini voleva fare un film con me, mi chiamò più volte. Rifiutai”

La terza puntata dello show di Adriano Celentano su Canale 5 ha dato spazio non solo alla musica, al ballo e alla riflessione, ma è stata un modo per scoprire aneddoti e convinzioni del celebre cantante. Ad arricchire questa scoperta le domande di un trio di giornalisti di acclarata fama Andrea Scanzi, Gianni Riotta e Pigi Battisti.
A cura di Ilaria Costabile
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Lo show di Adriano Celentano in onda su Canale 5 è già arrivato alla sua terza puntata. Irriverente, provocatorio e sarcastico come sempre, il cantante e showman intrattiene il suo pubblico, letteralmente in visibilio, dilettandosi in esibizioni coinvolgenti e poi soffermandosi in conversazioni piuttosto intense, con gli ospiti di questa terza puntata che vede tra i protagonisti tre nomi noti del giornalismo: Andrea Scanzi, Gianni Riotta e Pigi Battisti.

Come parlare di morte in tv?

Esordisce così Adriano Celentano, presentando i suoi ospiti: "Abbiamo tre campioni del giornalismo" e in effetti Andrea Scanzi, Gianni Riotta e Pigi Battisti si sono distinti nel mondo del giornalismo italiano, non ci si può aspettare che una conversazione dal ritmo incalzante, ma allo stesso tempo accogliente e curiosa, che vada ad indagare nella vita di questo grandioso artista italiano. Ed è Riotta a rompere il ghiaccio chiedendo: "Da dove prendi il coraggio per parlare alla gente di morte in televisione, neanche il Papa ci riesce, quando lo fa lo bacchettano, tu come fai?". eh il coraggio me lo danno loro.Riotta ha ragione, io nona vrei quel coraggio se voi non faceste quel casino che fate quando vengo a cantare. 

Un tema, quello della morte, che ritornerà più avanti in questa conversazione a quattro, dove i giornalisti si palleggiano tra loro le varie domande passando dall'attualità, alla politica, in un flusso continuo di pensieri. Ed è così che Pigi Battisti chiede al cantante: "Hai parlato della camorra come sinonimo della morte, leggo di tanti ragazzi che si battono per la libertà e nei giornali ne parlano poco anche questa è una morte". La polemica e la provocazione che sono le arti sottili di Adriano Celentano riecheggiano nella sua affermazione che, ovviamente, non può toccare la politica dei nostri giorni così difficile da comprendere e da condividere:

la morte è molto presente, ma non solo dove scoppiano i focolai e le guerre, ma anche tra la gente comune, io penso che bisognerebbe fare un partito, un partito degli inesistenti che sono liberi di votare per chiunque, e si faranno conoscere perché si comportano bene. Se dovesse nascere questo partito, visto che sono inesistenti, non si capisce quali e quanti voti siano in eccesso peruno o per l'altro candidato. Gli inesistenti hanno un compito importante, abbattere le discussioni, non alimentarle ma cercare di convincere le persone. Io credo che se i ragazzi adottano questo sistema, possono farcela, io ho giurato di non arrabbiarmi più, la rabbia viene certo, ma il bello è controllarla la rabbia, sono bravi tutti a sfogarsi

Un salto nel passato con Andrea Scanzi

Non si può parlare di attualità se prima non si è parlato del passato, soprattutto con un uomo che ne ha avuto una vita piena di esperienze di ogni genere. Lo sa bene Andrea Scanzi che non esita a porgere a Celentano una domanda relativa agli inizi della sua carriera: "Io ti chiedo se è vero quello che si dice, che c'è stato un periodo in cui la tua band era formata da Giorgio Gaber, Enzo Iannacci e Luigi Tenco, a vent'anni avevate già vinto". Da qui, il racconto che ha quasi dell'incredibile:

Mi hanno fatto un contratto, andavo dagli impresari per cercare le serate. Dovete sostituire Elvis Presley, nel momento più forte di Elvis Presley, ci convinsero. Siamo partiti convinti di sostituire Elvis, e siamo andati in Germania a Stoccarda, lui in quel momento era in Germania e l'esercito non gli dava il permesso di esibirci. Il posto sai cos'era? Era una rosticceria.

Celentano e il cinema

Ancor più interessante è la rievocazione di un incontro storico, un incontro che pochi possono dire di aver vissuto. Adriano Celentano ha avuto l'opportunità di conoscere uno dei più grandi intellettuali del Novecento, Pierpaolo Pasolini, che dopo aver sentito uno dei suoi capolavori, Il ragazzo della via Gluck, voleva farne un film: "Beh sì, venne a casa mia, voleva fare un film sul ragazzo della via gluc, io ci penso un po' perché ero contrario, mi lasciò il suo numero di telefono, però non ci siamo più visti o sentiti." Ma il cinema, come molti sapranno non è mai stato estraneo alla vita dello showman milanese, che è stato interprete di numerose pellicole, ma se rifiutò la proposta di Pasolini, al Maestro Federico Fellini, non poté dire di no, come racconta lui stesso: "Sul tempo c'era uno speciale su uno spettacolo che avevo fatto a Milano, e pubblicò su due pagine la fotografia in cui ero molto scalmanato col microfono e lui mi mandò a chiamare." 

Adriano e il mondo

Pigi Battisti tocca, infine, un argomento che caratterizza la musica di Adriano Celentano come unica nel suo genere, il fatto di essere stato un precursore di tematiche che si può dire siano adesso il pane delle conversazioni televisive e politiche, citando la canzone "Mondo in mi settima", in cui si parla delle condizioni della terra:

Ora stanno succedendo queste cose. Tutte queste canzoni impegnate nascono contro una vendetta, nei confronti dei palazzi, dei grattacieli, questa vendetta è espressa nel cartoon, perché a 10 anni sono stato catapultato in pieno centro dai prati, e per me è stato un trauma. Allora ho cominciato a pensare che il tema importante era la bellezza, noi ci nutriamo di bellezza, e quando la bellezza sparisce facciamo qualcosa che non dovremmo fare. Io sono contento, sono curioso, mi piacerebbe vedere l'America, ma la paura dell'aereo è troppo forte, però non mi è mai mancato il successo mondiale. 

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