Ad “Amore Criminale” la storia di Rosi, uccisa dal suo ex con 17 coltellate
Nella puntata di questa sera di "Amore Criminale" si è parlato dell'omicidio di Rosi Bonanno per mano del suo ex compagno Benedetto Conti. Il loro primo incontro era avvenuto nel novembre del 2009. Lei aveva 22 anni, lui 38. Entrambi erano impegnati con altre persone, ma l'interesse reciproco è sbocciato sin da subito. La sorella e la zia la descrivono così:
"Era sveglia, attiva ma anche molto timida. I suoi due sogni erano sposarsi con una persona che ricambiasse il suo amore e avere un bimbo stupendo come quello lasciato oggi a noi. Benedetto? si sentiva Dio in persona, bisognava fare tutto quello che diceva lui."
La madre di Rosi ha aggiunto:
"Dal primo istante Benedetto non mi ispirava fiducia, non lo potevo vedere punto e basta."
Lui faceva lavori saltuari e aveva precedenti penali. Il caso, però, ha voluto che si incontrassero nella sala d'attesa di uno studio medico dove Rosi si era recata per un problema di appendicite. Appena lui è venuto a sapere che la storia della giovane con il suo fidanzato era finita, si è fatto avanti e la loro relazione è iniziata. I genitori della Bonanno, però, non li appoggiavano. La madre le impediva di uscire da sola con lui e mandava con loro il fratellino più piccolo, con il preciso compito di osservare come Benedetto si comportasse con la figlia. Così, Rosi scappa di casa con il fidanzato. L'uomo, però, non ha il denaro necessario per garantire i bisogni basilari della sua compagna e sono costretti a vivere in auto. Sarà la famiglia di Rosi a dare loro una sistemazione, in un appartamento poco distante dalla loro casa.
Le violenze – Dopo poco, Rosi scopre il carattere violento di Benedetto. Lui non ha alcuna intenzione di lavorare e non vuole che Rosi lavori. Se lei gli rimprovera qualcosa, lui la picchia e la maltratta. Un giorno finisce in ospedale. I medici comprendono che ha subito una violenza, nonostante lei all'inizio neghi. La zia ha dichiarato:
"Hanno litigato e hanno distrutto la casa, l'ira di Dio. Le ho detto: ‘Rosi devi capire che non è la persona adatta a te' e le ho consigliato di denunciarlo."
Nel 2010, Rosi denuncia Benedetto per la prima volta. Quando lui viene a saperlo reagisce violentemente e lei impaurita ritirerà la denuncia. Decide però di tornare dai genitori. Per un periodo riesce a dimenticare Benedetto. È protetta dalla famiglia, in casa sua torna ad essere bambina. È sempre la zia a raccontare:
"Lui la tormentava sempre, fino a che lei non tornava con lui. L'amore è cieco, quando sei convinta di amare quella persona, sorvoli più di quanto dovresti sorvolare."
Le botte in gravidanza – Rosi e Benedetto tornano insieme e la ragazza annuncia alla madre di essere incinta. La madre non è felice, Rosi invece è al settimo cielo. Avere un bambino è sempre stato il suo sogno. Le violenze, però, non si fermano nemmeno in quel periodo tanto delicato. Benedetto Conti le dà un calcio, ferendola gravemente. Viene ricoverata d'urgenza in ospedale dove arriva con uno stato fisico compromesso, i medici fanno il possibile per salvare lei e il bambino, che nasce l'11 luglio 2011. Un bimbo bellissimo, simile a Rosi. Le condizioni di salute della ragazza peggiorano dopo il parto e ha bisogno di un mese di convalescenza per riprendersi. Rosi e il bambino si stabiliscono a casa dei genitori, insieme a Benedetto. L'uomo si sveglia tardi, non lavora, si fa mantenere dalla madre di Rosi che racconta:
"L'ho accettato, gli ho dato la camera di Rosi ed è rimasto sei mesi. Sua madre non lo voleva, da solo sì ma non voleva mia figlia."
La zia ha spiegato:
"Doveva fare la doccia quando diceva lui, mangiare all'orario che diceva lui, Rosi non doveva uscire. Non doveva toccare il bambino togliendo attenzione a lui."
Rosi inizia a farsi seguire da una psicologa per capire come mai non riesce a staccarsi da Benedetto. La psicologa le spiega quali sono le sue fragilità.
Nel maggio del 2012 Rosi si rivolge ai carabinieri, i loro conflitti aumentano e Rosi ha paura che Benedetto faccia male al piccolo. Il Tribunale affida di volta in volta il piccolo alla famiglia di uno dei due. Quando il bambino è con Benedetto, lui non permette a Rosi di vederlo. In un'occasione, disperata, la giovane arriva a minacciare il suicidio. Dopo un periodo di depressione riesce a riprendersi e ad avere l'affido del figlio. Nel gennaio del 2013 chiude con Benedetto.
L'omicidio di Rosi Bonanno – Benedetto Conti continua a tormentare Rosi per i 7 mesi successivi, continuando a rivolgere minacce sia a lei che ai suoi familiari. Il 10 luglio 2013, Benedetto trova Rosi a casa da sola insieme al bimbo. Riesce a farsi aprire la porta con la scusa di voler vedere il piccolo. Litigano e lui la colpisce con 17 coltellate. La lascia per terra agonizzante e fugge. La sua fuga, però, è breve. Termina la benzina e, con il desiderio di salutare sua madre prima di costituirsi, viene arrestato sotto casa dei genitori. Sul verbale si legge:
"Confermo di aver ucciso Bonanno Rosa con cui ho convissuto per circa 3 anni e mezzo. Ieri sono andato a parlare con lei ma la Bonanno ha insistito che non poteva incontrarsi con me. Sapevo che c'era il bambino e ho chiuso la porta per non farle vedere quello che stavo facendo. Abbiamo iniziato a discutere e visto che continuava a dire che non voleva più vedermi ho preso un coltello e ho iniziato a colpirla."
Il processo ha condannato Benedetto Conti a 30 anni per omicidio.
Quando il padre di Rosi è arrivato a casa, la giovane era agonizzante ma ancora viva. Il bambino era seduto sul divano. Appena l'uomo ha preso in braccio il bimbo e lo ha messo al sicuro, la Bonanno ha chiuso gli occhi. La zia:
"È come se avesse vegliato sul bambino, prima di andarsene".
Il piccolo avrebbe compiuto due anni il giorno seguente. Oggi ha quattro anni e vive con i nonni materni. La nonna ha dichiarato:
"Dico sempre al bambino che deve chiamarmi nonna, la mamma è Rosi. Il bambino dice sempre: "Mammina mi senti? Mammina perché non rispondi? Perché dormi con Gesù?".