Ad ‘Amore Criminale’ Amelia, picchiata dal marito: “Ero la sua schiava, volevo suicidarmi”
La quarta puntata di ‘Amore Criminale‘ è stata trasmessa in un giorno speciale: il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. La storia raccontata, si intreccia con questa data, che segna per la protagonista l'ultima violenza ma anche la liberazione. Il programma di Rai3 ha dato spazio alla vicenda di una sopravvissuta, Amelia. Ecco le parole della donna:
"Alcuni uomini ti fanno credere che sei uno straccio vecchio, che non vali niente. Mi sentivo solo sporca, poi lui si alzava e se ne andava e mi lasciava ancora più sporca. Ero rassegnata che prima o poi mi avrebbe ammazzata. Per fortuna avevo un'amica che mi dava coraggio".
Amelia e il matrimonio con Franco, un uomo violento
Amelia, classe 1953, intraprende la relazione con Franco nel 1972. L'uomo, nato nel 1950, viene descritto come apparentemente affabile ma che si rivelava violento quando non otteneva ciò che voleva. La donna non sa ancora che al primo bacio, sarebbero seguiti 37 anni di violenza e maltrattamenti. Si sposano nel 1976. Pian piano, Franco trasforma Amelia nella sua serva. Quando l'uomo si accorge che la moglie non sa cucinare, iniziano le liti. Nel 1978, Amelia scopre di essere incinta. Purtroppo, però, perde il bambino per un aborto spontaneo:
"Credo sia stata la paura e il nervoso a farmi perdere il bambino. Mi sentivo una nullità anche se non era colpa mia. Non ero riuscita a dare un figlio a mio marito. Mi vergognavo".
La situazione in casa peggiora, tanto che Amelia inizia a pensare al suicidio: "Volevo buttarmi dalla finestra del bagno e mia suocera mi ha fermata e mi ha detto ‘Vuoi far passare un guaio a mio figlio?' si preoccupava solo per lui".
"Mio marito venne a prendermi a lavoro e mi picchiò per tre ore"
Amelia resta di nuovo incinta, stavolta diventa mamma. Franco però continua a maltrattarla. Anche se la donna fa rumore mentre lava i piatti, l'uomo la picchia. Butta tutto per aria e la costringe a rimettere in ordine. Quando il marito va in pensione, la situazione peggiora. Il figlio intanto cresce e in un'occasione interviene a difesa della madre. Vanno via di casa. Lui li rintraccia e li implora di tornare.
"Io come un'allocca sono tornata a casa e poco tempo dopo è tornato tutto come prima".
Amelia, allora, si trova un lavoro pur di stare lontana dal marito:
"Mi comandava a bacchetta, o lavoravo o erano botte. Ero la sua schiava. Con le colleghe nascondevo i lividi, dicevo che avevo sbattuto. Mi vergognavo di dire che avevo un marito violento, anche se tutti già lo sapevano, l'avevano immaginato".
Un giorno va a prenderla a lavoro e portandola via con la forza, una volta a casa la picchia per circa 3 ore. A gennaio 2008, arriva a versarle addosso dell'acqua bollente. Pretendeva comunque di avere ancora rapporti sessuali con lei:
"Era una bestia, si metteva sopra di me, non si accorgeva delle mie lacrime, le bastava soddisfare il suo desiderio".
"Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne, Franco stava per ammazzarmi"
L'ultimo episodio di violenza, risale a tre anni fa. Il mondo celebrava la giornata contro la violenza sulle donne e ciò infastidiva profondamente il marito di Amelia:
"Metteva su Canale5 e parlavano della violenza sulle donne, metteva su Rai1 e si parlava della violenza sulle donne. Lui commentava ‘sono tutte put*ane le donne, hanno rotto le scatole'. Continuava a farfugliare, a dire che le donne se la cercavano, che provocavano, che la colpa non è dell'uomo. Poi ha lanciato sul soffitto il frutto che stava mangiando".
Poi, Franco si scaglia contro Amelia e la picchia violentemente. Lei riesce a scappare e chiede aiuto alla vicina dicendo: "Apri, ti prego, quello oggi mi ammazza". La vicina chiama le autorità, mentre il marito riporta in casa Amelia:
"Mi aveva talmente schiavizzata che pensavo di non poter vivere senza di lui. Quel giorno mi strinse la gola. Ho detto: ‘Gesù aiutami' e lui ‘Che c'entra Gesù' e stringeva ancora di più".
Franco è stato condannato a 2 anni di reclusione con pena sospesa
Quel giorno arrivano i Carabinieri e Amelia trova il coraggio di superare ogni insicurezza e perplessità, di guardare in faccia la paura e di denunciare l'uomo che da 37 anni era il suo carnefice.
"Hanno emesso un ordine restrittivo ma ha continuato a perseguitarmi, a spiarmi, ma io sono stata più forte. Gli ho detto che non l'avrei perdonato".
Franco patteggia e viene condannato a 2 anni di reclusione – con pena sospesa – per maltrattamenti e lesioni. Attualmente su di lui pende un altro provvedimento penale per stalking.