A Tu sì que vales Mattia Villardita: Spiderman che porta il sorriso ai bambini malati in ospedale
A Tu Sì Que Vales si presenta al cospetto dei giudici Mattia Villardita, un ragazzo di 28 anni, conosciuto ai più come "Spiderman" come si evince anche dal costume che indossa. Un travestimento che, però, gli serve per portare avanti un progetto molto importante e legato a doppio filo con la sua storia personale che, una volta liberatosi della maschera, racconta al pubblico. Il giovane impiegato portuale, in realtà è già stato premiato da Sergio Mattarella ed è stato anche ad udienza da Papa Francesco, per il supporto che in questi tre anni ha portato a tutti i bambini malati che ha incontrato e ai quali ha voluto donare attimi di felicità.
Il racconto di Mattia
"Buonasera a tutti mi chiamo Mattia Villardita, sono un ragazzo di 28 anni di Savona e sono qui per raccontare la mia storia", in questo modo inizia il racconto di Mattia-Spiderman un ragazzo che ha alle spalle una storia di sofferenza, ma anche di grandissima forza di volontà. Sin da quando era un bambino ha dovuto frequentare assiduamente gli ospedali: "Per tirarmi su, pensavo che sarebbe venuto il mio supereroe preferito a trovarmi, poi sono cresciuto e ho pensato perché non divento io quel supereroe? Così ho iniziato a travestirmi da Spiderman e sono andato in giro per gli ospedali pediatrici". Mattia racconta di aver incontrato tanti bambini: "L'ultima storia a cui tengo particolarmente è quella di un bambino che i medici hanno definito incurabile e per me incurabile è una parola che non posso accettare". La storia di Spiderman ha sorpreso e commosso anche i giudici che, infatti, hanno voluto dire qualche parola a proposito.
Le parole dei giudici
La storia di Spiderman ha sorpreso e commosso anche i giudici che, infatti, hanno voluto dire qualche parola a proposito. Il primo a prendere la parola è Gerry Scotti, non prima di aver fatto concludere il suo discorso al 28enne savonese: "Sono qui per ricordarvi due cose non arrendetevi mai perché prima o poi tutti cadremo e la seconda non dimentichiamo mai di essere umani. E adesso permettetemi di dirvi: Chiudete gli occhi e pensate che supereroe volete essere, ecco, siete pronti per diventarlo?". Il conduttore, quindi, dichiara con una certa commozione: "La tua storia ha colpito molto non solo me, ma anche i miei colleghi e il pubblico, i tuoi momenti di silenzio, anche i supereroi non devono vergognarsi di emozionarsi", a lui si aggiunge anche Teo Mammucari che, invece, decisamente più critico verso se stesso dice: "Sai la tua storia mi fa pensare che, anche se in televisione non si dovrebbe dire, mi sento davvero una m**da, perché c'è davvero tanto che si può fare, quindi grazie per quello che fai, è bellissimo".