A Le Iene la storia dei genitori che hanno adottato due bambini con la sindrome di down
La sindrome di down non è una malattia, bensì una condizione genetica. Eccolo il messaggio finale del bel servizio realizzato da Nina Palmieri, andato in onda a Le Iene del 16 aprile. La Iena, che in questa stagione del programma si sta dimostrando tra le più caparbie e talentuose inviate del programma, ha visitato la casa di una coppia di sposi con due figlie che, in seguito alla morte di una terza bambina in seguito ad un'infezione, hanno deciso di adottare due bambini, Nicholas e Andrea, affetti dalla sindrome di Down. Lo hanno fatto consapevolmente, coscienti di quanto dovessero affrontare, delle difficoltà fattive e di tipo sociale davanti alle quali si sarebbero trovati, ma non hanno rinunciato a questa fatica. Anzi, col senno di poi Irene e suo marito confessano di essersi ritrovati a vivere una nuova giovinezza, al punto che lei, a quasi 50 anni, è di nuovo incinta e in attesa di un maschietto.
Quello della Palmieri è il tentativo di raccontare la vita di tutti i giorni di una famiglia che ha dovuto affrontare, e probabilmente continuerà a farlo, tutti gli ostacoli immaginabili in una situazione di questo tipo: dai parenti che hanno di fatto disapprovato la loro scelta di adottare due bambini down, alle difficoltà nel rapportarsi alle istituzioni. Irene confessa:
Negli istituti ci sono tantissimi bambini down che vengono abbandonati, racconta la madre di dei due bambini. Adottare due bambini è stata una scelta d'amore e basta, arrivata dopo la morte di Rachele, una bambina morta a causa di un'infezione. La cosa più difficile da affrontare sono le istituzioni, gli assistenti sociali credono che i bambini down crescano meglio in un istituto.
Quando viene chiesto ai due genitori cosa pensano di chi abortisce per non avere bambini con la sindrome di down loro non esprimono giudizi, si limitano al no comment e al non contestare in alcun modo le scelte altrui. Quanto all'abbandono di bambini down dopo la nascita (cosa accaduta a Nicholas e Andrea) è sempre Irene a rispondere: "Se non avessero abbandonato i miei figli ora non sarei felice".
L'attenzione dopo si sposta sulle altre due figlie della coppia, molto consapevoli del dovere che le aspetta, prendersi cura dei ragazzi quando quel giorno arriverà, ma è un peso che non avvertono, prendono solo atto di una responsabilità. Il servizio si conclude con un commovente tentativo di intervista doppia ai due bambini, che spensierati e senza alcun filtro, giocano e scherzano con le attrezzature per le riprese e i microfoni. In poche parole, una famiglia felice, una famiglia UP.