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A La prova del cuoco ‘prima gli italiani’, Chef Kumalé smentisce: “Mai detto c’entri Elisa Isoardi”

Dopo un primo posto pubblicato su Facebook, Chef Kumalé smentisce e spiega di non avere mai voluto attaccare Elisa Isoardi, attribuendole la responsabilità della sua uscita da La prova del cuoco: “Non ho mai detto che la mia fuoriuscita da La Prova del Cuoco sia stata voluta o decisa dalla Isoardi. Non mi presto a queste manipolazioni”.
A cura di Stefania Rocco
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Chef Kumalé rimuove il post pubblicato su Facebook che gli era valso la replica di Rai1. La rete era intervenuta a difesa di Elisa Isoardi dopo che il ‘gastronomade' aveva velatamente fatto riferimento a una sua uscita di scena dettata da esigenze autoriali che miravano a promuovere la cucina tipicamente italiana. Infastidito dalla querelle sviluppatasi in rete in seguito al suo posto, l’uomo ha smentito e rettificato:

Smentisco la notizia. Non ho mai detto che la mia fuoriuscita da La Prova del Cuoco sia stata voluta o decisa dalla Isoardi. Mi è stato comunicato dagli autori della trasmissione che l'interesse era per le cucine regionali e non per il multiculturalismo a tavola, dopo che mi avevano chiesto di sviluppare, insieme allo chef Gabriele Faggionato di Garage Italia una serie di approfondimenti sull'uso delle spezie nelle cucine del mondo. Non mi presto a queste manipolazioni.

Il post, poi cancellato

Dopo avere cancellato il primo post in seguito al rumore provocato sui social, Chef Kumalé era intervenuto su Facebook per spiegare le sue ragioni: “Ho deciso di eliminare il post che avevo condiviso ieri sera sulla mia mancata partecipazione alla puntata odierna a La Prova del Cuoco. L’ho fatto perché, al di là dei numerosissimi messaggi di stima e di apprezzamento, che mi ha fatto molto piacere ricevere, non desidero che questa triste vicenda, sulla quale ciascuno si sarà fatto la sua opinione, diventi terreno di sciacallaggio da parte di nessuno. Come spesso accade su Facebook e nelle arene televisive, le informazioni vengono distorte, amplificate, travisate e quello che sto leggendo sulla Rete non mi piace, perché non rispecchia il mio pensiero. Ringrazio i tanti colleghi giornalisti che mi hanno cercato in queste ore per chiedermi di commentare una notizia che in realtà si commenta da sola. Quello che intendo sottolineare è che certe tematiche, quelle relative alle cucine e culture ‘altre’, rischiano di diventare un tabù, grazie al clima di intolleranza che oramai si respira a piene mani, dal web alla carta stampata, passando dai Social fino alle televisioni. Se davvero vi stanno a cuore certe tematiche, quelle che porto avanti dal 1991, allora aprite le vostre testate a questi contenuti, ospitando articoli, reportages e servizi che favoriscano la conoscenza e contrastino pregiudizi e paure. Non dico di affidarli a me, ci sono tanti bravi colleghi che lo possono fare al posto mio e non penso di essere l’unico giornalista in grado di trattare certi argomenti, ma fatelo! Ciò che è accaduto a La Prova del Cuoco è stato solo un episodio dei tanti che mi sono capitati negli ultimi anni e sui quali varrebbe la pena di riflettere. Nel nome della tutela del Prodotto Tipico Italiano, dell’identità Nazionale, del Made in Italy, dell’isteria da Km 0 si stanno di fatto chiudendo le porte nei confronti di quel mondo che dovremmo invece conoscere per poterlo comprendere e per poterci dialogare, in modo costruttivo. Io ho scelto la porta del cibo per poterlo fare e continuerò, in direzione ostinata e contraria, come cantava Faber, come ho fatto in questi 27 anni, con o senza La Prova del Cuoco. State sintonizzati!”.

Il contenuto che Vittorio Castellani, vero nome dell'uomo, si è ritrovato a dover rettificare recitava:

Bye bye a La prova del cuoco. Per me il cibo è cultura. Domani mattina avrei dovuto tornare a La Prova del Cuoco su RAI 1, ma l’idea di andare in televisione per raccontare poco più di niente e per fare lo slalom tra termini e definizioni da evitare, ricette fusion e rivisitazioni strampalate, non fa per me. Dopo avermi cercato e voluto, mi hanno detto che la trasmissione preferisce dare spazio al multiregionalismo italiano piuttosto che al multiculturalismo a tavola. Come se i due contenuti non potessero convivere all’interno della stessa trasmissione. E allora buona fortuna! Non sono preoccupato per me, posso tranquillamente esprimermi altrove e gli spazi certo non mi mancano. Sono preoccupato piuttosto per l’aria asfittica che si respira in questo Paese, per questa forma di povertà culturale, che in modo silente ma sostanziale sta rinforzando sentimenti e scelte che reputo molto pericolose per la nostra povera Italia. Anche in cucina ormai mi sembra chiaro il concetto “Solo gli italiani”, che rappresenta un’estensione dello slogan “Prima gli italiani”.

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La dura replica di Rai1

Dura la replica di Rai1, il cui ufficio stampa è intervenuto per replicare a quanto dichiarato dallo Castellani: “La Prova del Cuoco è un programma aperto alla conoscenza e alla diffusione televisiva di tutte le cucine del mondo. Dal 10 settembre, data di avvio di questa edizione, sono state presentate molte ricette non tradizionalmente italiane, con piatti e ingredienti dai cinque continenti e continue contaminazioni culinarie (proprio questa mattina – 29 ottobre – viene proposta una parmigiana di melanzane con un accostamento alla ricetta giapponese degli uramaki). I cuochi che partecipano alla trasmissione, arrivati oggi a 40 dai 160 dei casting estivi, sono vagliati attraverso una scelta editoriale che tiene conto di numerosi fattori, tra cui – come in tutti i programmi – la capacità televisiva e scenica, la qualità del racconto e in ultimo il gradimento del pubblico. Non esiste, invece, alcuna selezione o indicazione ‘tematica’ sulla cucina presentata: qualunque affermazione di questo tipo è da considerarsi falsa”.

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