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“55 giorni. L’Italia senza Aldo Moro”: Luca Zingaretti narra il sequestro e l’omicidio dello statista

In occasione del 40° anniversario del ritrovamento del corpo esanime di Aldo Moro, Rai1 ripercorre il sequestro e l’omicidio dello statista tramite un’orazione civile. Luca Zingaretti, mescolando sapientemente i fatti di cronaca e un ritratto dell’Italia dell’epoca, restituisce agli spettatori un racconto incalzante in grado di lasciar trapelare l’approccio emotivo e umano che il nostro Paese ebbe alla vicenda.
A cura di Daniela Seclì
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Martedì 8 maggio, alla vigilia del 40° anniversario del ritrovamento del corpo esanime di Aldo Moro, Rai1 ricorda lo statista con un'orazione civile diretta da Luca Zingaretti. L'appuntamento è alle ore 20:30. L'evento televisivo dal titolo ‘55 Giorni. L'Italia senza Moro‘ è ispirato all'omonimo libro di Stefano Massini, che traccia un fedele ritratto dell'Italia del '78 che fece da sfondo a quei 55 giorni che vanno dal sequestro del Presidente della Democrazia Cristiana ad opera delle Brigate Rosse, fino al tragico ritrovamento del corpo di Moro nel bagagliaio di una Renault 4 rubata.

Nata da un'idea di Luca Zingaretti, la serata evento mira dunque a raccontare la cronaca di quel periodo fra il 16 marzo e il 9 maggio 1978 che tenne l'Italia con il fiato sospeso. Zingaretti, però, non intende limitarsi a una mera enunciazione dei fatti, ma – con l'aiuto dell'attrice Alessia Giuliani e del Maestro Arturo Annecchino – costruisce un racconto incalzante che restituisce anche l'approccio emotivo e umano che il nostro Paese ebbe alla vicenda. La commemorazione avrà luogo proprio in via Caetani, dove venne trovato il corpo di Aldo Moro. Inoltre, verrà utilizzata la Renault 4 rossa, che nascondeva il cadavere dell'allora Presidente della Democrazia Cristiana e che è attualmente in possesso della Polizia di Stato.

La Renault 4 rossa nella quale venne trovato il corpo di Aldo Moro
La Renault 4 rossa nella quale venne trovato il corpo di Aldo Moro

40 anni fa l'agguato di via Fani e l'omicidio di Aldo Moro

Sono le ore 09:02 del 16 marzo 1978, in Italia si attende la presentazione del quarto governo guidato da Giulio Andreotti. A bordo di una Fiat 130, Aldo Moro – Presidente della Democrazia Cristiana – e la scorta composta da cinque uomini, compiono il tragitto che va dall'abitazione del politico alla Camera dei Deputati. All'incrocio tra via Fani e via Stresa, l'auto viene fermata da un commando delle Brigate Rosse. La scorta composta da Domenico Ricci, Oreste Leonardi, Raffaele Iozzino, Giulio Rivera, Francesco Zizzi viene sterminata. Aldo Moro viene sequestrato.

Due giorni dopo la strage di via Fani, le Brigate Rosse rivendicano il sequestro e annunciano l'inizio del "processo" ad Aldo Moro da parte del Tribunale del Popolo. Il 20 aprile l'ultimatum: Aldo Moro verrà rilasciato in cambio della liberazione di alcuni brigatisti detenuti. I compagni di partito dello statista, però, non sono disposti a cedere ad alcuna trattativa, nonostante lo stesso Moro – in alcune lettere scritte dalla prigionia – e la sua famiglia chiedano espressamente di trattare con i brigatisti. Mentre si persegue il ‘fronte della fermezza‘, le autorità non riescono a trovare il nascondiglio in cui è detenuto Aldo Moro. Le Brigate Rosse annunciano in un comunicato che il Tribunale del Popolo ha emesso una sentenza di morte. Cinquantacinque giorni dopo la strage di via Fani, il corpo senza vita del politico viene ritrovato nel bagagliaio di una Renault 4 rubata e parcheggiata in via Caetani. È il 9 maggio 1978. Aldo Moro aveva 61 anni.

Cosa accadeva in Italia durante la prigionia di Aldo Moro

Stefano Massini è l'autore del libro ‘55 Giorni. L'Italia senza Moro‘, a cui Luca Zingaretti si è ispirato. Lo scrittore e drammaturgo ha spiegato che il suo intento non era quello di descrivere il calvario vissuto da Aldo Moro, ma quello di tracciare un ritratto dell'Italia dell'epoca, evidenziando "ciò che si muoveva sullo sfondo, mentre quei fatti accadevano, perché non esiste storia senza ciò che vi sta dietro". E dunque, cosa accadeva in Italia, mentre lo statista era tenuto prigioniero dalle Brigate Rosse?

Ad altri drammatici fatti di cronaca, come il disastro ferroviario di Murazze di Vado e l'assassinio di Peppino Impastato, si mischiava la leggerezza di Portobello e la lotta per lo scudetto. La radio suonava ‘Tanti Auguri' di Raffaella Carrà, ‘Pensiero stupendo' di Patty Pravo e ‘Un'emozione da poco' di Anna Oxa. Stefano Massini ha raccontato:

"Ho ricostruito cosa diceva Corrado, cosa succedeva nei campi di calcio, cosa si cantava in quei giorni nelle hit parade. E ho scoperto che tutte queste cose componevano il sentire del Paese e la sua atmosfera di quegli anni. Un Paese che, come Pinocchio che voleva diventare un bambino vero, voleva diventare una Nazione vera. Il sequestro Moro è stato uno di quegli spartiacque dopo il quale niente è stato più come prima. Trovo bellissimo che Rai1 mandi in prima serata un evento teatrale".

Luca Zingaretti ricorda il sequestro di Aldo Moro

All'epoca dei fatti, Luca Zingaretti aveva 17 anni e studiava al liceo Morgagni di Roma. Il regista ricorda ogni tappa dei tragici eventi del '78, che in qualche modo hanno cambiato il corso della sua vita e di quelle di tanti italiani. Ha ancora bene impressi nella mente "lo sgomento, la paura, lo sconforto e lo sconcerto" provati quando venne diffusa la prima lettera dello statista. Rammenta l'invito alla trattativa di Aldo Moro e la fermezza di chi insinuava il dubbio che quelle parole non fossero sue. Ricorda la paura ad uscire di casa, i posti di blocco e le perquisizioni. Oggi più che mai ritiene sia necessario parlare di quella vicenda:

“L’eccidio di via Fani e i 55 giorni che ne seguirono è qualcosa che ha cambiato direzione alla mia vita come a quella di milioni di italiani. Mi ricordo perfettamente cosa facevo e dov’ero quando ne arrivò la notizia, dov’ero e cosa stavo facendo quando arrivò la notizia del ritrovamento del corpo dentro una R4 rossa a via Caetani…. Perché allora parlare ancora di Moro e della barbara uccisione della sua scorta dopo 40 anni? Perché dopo 40 anni ancora non sappiamo quasi nulla di quella tragedia che ha modificato il corso della storia del nostro paese. Se la seconda commissione Moro, che ha chiuso i suoi lavori a dicembre 2017, ha sentenziato ‘In via Fani c’erano ANCHE le Brigate Rosse' credo che sia doverosa non solo la ricerca della verità, ma anche la celebrazione delle vittime di quella tragedia, dando loro voce".

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