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Tranciate le vigne di Bruno Vespa in Puglia: “Mafiosi locali, non mi lascio intimidire”

Bruno Vespa vittima di quello che sembra un atto intimidatorio a tutti gli effetti, con soggetti non ancora identificati che hanno tragliato circa 70 ceppi del suo vigneto di Primitivo.
A cura di Andrea Parrella
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Bruno Vespa danneggiato in Puglia, nei pressi di Taranto, a Lizzano, dove il conduttore televisivo ha acquistato da poco più di un anno una vigna nella quale produce vini di vitigno Fiano e Primitivo. Tuttavia, nelle ultime ore, è giunta la notizia di come circa 70 ceppi siano stati tranciati da persone che le forze dell'ordine non sono state ancora in grado di identificare. Il commento del giornalista, conduttore di Porta a Porta, è arrivato praticamente nell'immediato, con Vespa che ha affermato di non avere alcuna intenzione di farsi intimidire da questo atto:

La Puglia ha dato il benvenuto alla mia prima vendemmia nella vigna di Lizzano, acquistata lo scorso anno. Abbiamo tranquillamente vendemmiato il Fian e poi sono stati tagliati 70 ceppi delle vigne di Primitivo. Si tratta evidentemente di opera di piccoli mafiosi locali. Ma stiano pur sicuri che non mi lascio intimidire

Massima solidarietà nei confronti del conduttore è giunta da parte del presidente di Confagricoltura Taranto Luca Lazzaro, il quale si è apertamente opposto a chi ha intenzione di opporsi allo sviluppo di un settore come quello vitivinicolo, che in Puglia può avere grandi margini di crescita, visto il clima che caratterizza la regione del sud Italia e le etichette pugliese già note a livello nazionale: "Solidarietà a Bruno Vespa e un ‘no' fermo a chi vuol taglieggiare un intero settore. Quanto accaduto desta rammarico e preoccupazione, colpire lui significa voler mandare un sinistro messaggio a un settore produttivo importante, vera punta di diamante dell'economia agricola tarantina". Lazzaro ha poi concluso invitando Vespa a non mollare e demordere:

Per questo siamo al fianco di Vespa, al quale chiediamo di non mollare e di continuare a restare attaccato alle sue terre a produrre vino, come uno di noi. E chiediamo, a maggior ragione, che le forze dell'ordine e la magistratura accendano una luce su quel territorio e sui produttori che in questi giorni hanno appena cominciato una vendemmia che si preannuncia di grande qualità. Se si sia trattato di un avvertimento o di chissà cosa sta agli inquirenti accertarlo. So per certo, però, che a chi vuol sconvolgere il settore del vino, fatto di protagonisti visibili e meno visibili, noi opporremo la fermezza e la determinazione che abbiamo già dimostrato nei mesi scorsi a Grottaglie, quando una simile modalità criminale ha colpito diversi tendoni di uva da tavola

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