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Sulle capacità oratorie e “devianti” di Benigni e Berlusconi in tv

Dopo le lodi a Benigni, arrivano le critiche di chi sostiene Berlusconi. C’è chi accusa il comico di violare la par condicio e di deviare la mente degli italiani che lo seguono come fosse un guru. Ma anche in Europa, il Cavaliere non è particolarmente amato. Sempre colpa di Benigni?
A cura di Daniela Seclì
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berlusconi e benigni

Costituzione: cambiarla o non cambiarla, questo è il problema! C’è chi, come Benigni, la considera “La più bella del mondo” , decantando l’uguaglianza e la democrazia di quella Costituzione che protegge le minoranze, ripudia la guerra, preserva la libertà. E poi c’è chi, come Berlusconi, vorrebbe cambiarla. Durante l’ospitata a Domenica Live è stato chiaro. Per lui è solo il frutto di un’epoca in cui si temeva il ritorno di una dittatura e che ha, perciò, privato il Governo del potere, dandolo al Capo dello Stato, alle Assemblee Costituenti e alla Corte Costituzionale. Quest’ultima palesemente di Sinistra, come il Cavaliere ama sottolineare. Ciò che Berlusconi proprio non tollera è che la Costituzione leghi le mani a chi ricopre la carica di Presidente del Consiglio, come ha spiegato in diretta ad un’estasiata Barbara D’Urso.

Insomma gli Italiani si sono visti spiegare il contenuto della Costituzione per ben due volte di seguito, ma in due maniere diametralmente opposte. Con ammirazione da Roberto Benigni e con denigrazione da Silvio Berlusconi. Era chiaro, comunque, che uno spettacolo come quello andato in onda lunedì sera, non avrebbe lasciato indifferenti. Benigni o si odia, o si ama. Sono stati tanti i commenti a favore del comico. Ma dopo le lodi sperticate sono arrivate anche le critiche. Hanno iniziato a serpeggiare nella forma di un dissenso per il compenso troppo elevato, per poi palesarsi come risentimento contro colui che aveva osato prendersi gioco del Silvio nazionale, sfruttando la sua popolarità per fare ironico antiberlusconismo. La principale accusa degli irriducibili fans di Berlusconi è che Benigni, con la sua satira, mandi a farsi benedire la par condicio. Allora facciamo un ripassino. La definizione di Par Condicio, nell’accezione politica, secondo il dizionario Treccani è la seguente:

Par Condicio: introdotta negli anni Novanta nel linguaggio politico, è passata, nella sua formulazione ridotta, a indicare la condizione di parità tra soggetti del mondo politico nell’accesso ai mezzi di comunicazione di massa per propagandare le proprie idee.

In parole povere, tutti i politici devono avere lo stesso tempo di esposizione mediatica. E’ un dato di fatto però che solo nell’ultima manciata di giorni, Berlusconi si è prima intrufolato nella presentazione del libro “Il Palazzo e la Piazza” di Bruno Vespa, dove ha tenuto il suo comizio. Poi è stato ospite di Domenica Live, dando luogo alla prima intervista senza domande nella storia del giornalismo. Infine ha ritenuto opportuno concedere un’ulteriore intervista proprio ieri, nel corso di Pomeriggio 5. Berlusconi ha ripercorso con Claudio Brachino, il suo programma elettorale, ormai sentito talmente tante volte da poterlo ripetere come automi: abrogazione dell’Imu, piano per abbassare la pressione fiscale, cambiamento della Costituzione. Infine è arrivata l’immancabile sviolinata alle donne, con il ringraziamento di rito e la commiserazione per le loro incombenze lavorative e le mille problematiche che affrontano come spose e madri, terminando poi con la classica constatazione di quanto le donne siano superiori agli uomini. Amen. Tenendo conto dell’enorme esposizione mediatica che il Cavaliere sta avendo in questi giorni è davvero sensato credere che uno spettacolo di un paio d’ore possa ledere alla par condicio e danneggiare la corsa elettorale di Silvio Berlusconi? Di un politico che ha la possibilità di comparire in tv, quando gli pare e piace?

Ma c’è un’altra accusa che viene mossa al comico fiorentino. Secondo i detrattori, Benigni è in grado di deviare la mente degli italiani, con il suo carisma e la sua comicità, e di conseguenza danneggia la battaglia elettorale di Berlusconi. Non si tiene conto, però, del grandissimo carisma e delle capacità oratorie che contraddistinguono anche il politico, che ama farcire le sue apparizioni pubbliche con aneddoti sapientemente scelti. Alcuni esempi? Il racconto dei comunisti che sterminarono un’intera famiglia che non gli aveva fornito l’indirizzo che cercavano a supportare la sua preoccupazione che la Sinistra prenda il potere. O la narrazione di come sia venuto al mondo con il cordone ombelicale avvolto attorno al collo, con tanto di battuta Per fortuna il medico non era comunista e mi ha salvato!” detta al momento giusto e che strappa il sorriso del pubblico. O il “Chi se ne frega dello spread”, nuovo mantra che è andato a sostituire “Eccessivo allarmismo! La crisi non esiste” del 2011. Insomma anche Berlusconi può avere un forte ascendente su chi lo ascolta ed ha la dialettica necessaria a convincere e a portare gli elettori dalla sua parte. Sembra una lotta abbastanza equilibrata.

Ma mettiamo che Benigni sia davvero così influente da deviare la mente degli italiani. Come mai anche in Europa l’idea su Berlusconi non sembra essere delle migliori? Il Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz ha dichiarato ”Berlusconi è il contrario della stabilità ed il suo ritorno può essere una minaccia per l’Italia e per l’Europa”. Anche la stampa non si risparmia. Il giornale francese Libération parla del “ritorno della mummia”, il Financial Times britannico afferma che “Berlusconi è solo il simbolo della sua politica marcia” e il Times parla di “disastro per l’Italia e per l’Europa”. Insomma, questo Benigni non sarà mica contagioso?

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