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Saviano: “L’amore transessuale di Salvatore Conte nasce da un’idea di Palvetti”

Lo scrittore e sceneggiatore di “Gomorra – La Serie” spiega come sia nata l’idea dell’amore non ordinario che stravolge Conte, ne mina le sicurezze e fa emergere tutte le sue vulnerabilità.
A cura di Andrea Parrella
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Salvatore Conte è morto e questo lo abbiamo oramai dato per assodato, consapevoli che sfuggire all'effetto spoiler della morte eclatante del personaggio interpretato da Marco Palvetti in Gomorra 2 – La Serie sia un'impresa pressoché impossibile. A colpire, nella terza, clamorosa puntata della seconda stagione di Gomorra – La Serie, non è stata solo la dipartita di un carattere fondamentale del prodotto Sky, ma anche l'esplorazione del suo lato più intimo, l'emergere delle vulnerabilità inattese dell'animo di Conte.

L'amore omosessuale di Salvatore Conte, l'indicibile rapporto con un trans, Nina (interpretazione di Alessandra Langella) che va tenuto nascosto e coperto per l'onorabilità e l'autorità di un boss autorevole, hanno generato un'enormità di commenti sui social. La trovata degli sceneggiatori si è rivelata una mossa cruciale per spogliare Conte delle sue indissolubili certezze, prima della morte inattesa. Ed è stato proprio Roberto Saviano a raccontare in un video pubblicato su Facebook come sia nata l'idea di questo "amore non ordinario".

Avevo voglia di raccontare e spiegare come è nato il rapporto tra Don Salvatore Conte e questa sua fidanzata transessuale […] Tutto è nato da Marco Palvetti, il quale in una conversazione Skype che facemmo alla fine della prima stagione mi raccontò che gli spettatori, quando lo incontravano gli dicevano che a Salvatore Conte piacessero gli uomini, che fosse strano […] Da lì nacque quest'idea di proporre un amore non ordinario, poi divenuto un amore omosessuale. Questo a dimostrazione di come si venga a creare un'osmosi tra pubblico e autori. Sono contento che ci sia stato questo racconto crudo e terribile di una storia omosessuale dentro il meccanismo feroce dei clan criminali. Questo a dimostrazione che la loro quotidianità non è una quotidianità separata dalle dinamiche sociali.

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