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Sa(n)remo per sempre Amici!

Maria De Filippi impegnata nell’ennesimo serale del suo talent show, sempre meno talent, sempre più legato al Festival: il motivo non è solo la “casuale” identicità dei vincitori o la quanto mai “insolita” divisione tra cantanti Big e giovani.
A cura di Andrea Parrella
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Non è mai parsa una coincidenza, tanto meno accade ora. Il festival della canzone non è più un’istituzione, semmai un feticcio a uso stagionale, esautorato dell’unico potere che potesse vantare: la musica. Amici11(sabato, ore 21, Canale5) sembra avviato ad assumerne la stessa forma, e francamente dispiace, seppure faccia parte della fisiologia naturale dei programmi, così come delle cose. La musica è l’arte che la TV digerisce meglio, si evince dall’indirizzamento di Amici verso un format che riducesse le altre categorie a semplici araldi: la sostanza commerciale è fatta di Emma, Alessandra e vari. La televisione digerisce la musica perché prima la divora, carnefice e vittima vivono dell’impossibilità di un equilibrio reciproco: la prima deve soppiantare la seconda, che però ha la sindrome di Stoccolma. C'è ostinazione a metterle insieme per cercare la formula vincente, col risultato che non appaiano mai amalgamate, sempre due cose scisse.

Maria De Filippi fa resistenza a questa devoluzione, da tempo cerca con coraggio, e gusto a tratti discutibile, nuove idee, progressivamente più stanche; ma la presenza dei Big in questa edizione appare un presagio. La volontà di procacciare nuovi talenti è il presupposto del programma, ma se si comincia a dar sfogo all’amarcord, a diventare autoreferenziali con la riproposizione di quello che è già stato, si disattende lo stesso obiettivo e c’è il rischio che quella parte della gara ne divenga il tutto, il motore unico. E non è forse accaduto lo stesso all’Ariston?

Fatto salvo per giovani specchietti per le allodole, puramente occasionali, cos’è divenuto Sanremo se non la vetrina di chi è già? (non è più nemmeno quello, le ore di Celentano, che piacessero o no, sono a dimostrazione lampante che la TV schiaccia la musica). Nel confronto del sabato sera i dati d’ascolto premiano ancora Amici11; c’è la possibilità che suddetti dati non vadano mai in crisi, e però giustificando così il tutto si prescinderebbe dal punto: pure il calcio italiano non ha problemi di utenza, ma questo non ne sana il suo irreversibile regresso. Undici anni sono tanti e si sentono, invitare la Littizzetto non basta.

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