20 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Rai tra sprechi e buste paga gonfiate: spunta il caso dei finti turni di notte

Un anonimo interno al Tg1 fa un esposto alla procura parlando di notturni di fatto non svolti, abitudine di alcuni giornalisti che farebbe lievitare le buste paga. Interviene Gubitosi, imponendo il badge e il sindacato Usigrai protesta.
A cura di Andrea Parrella
20 CONDIVISIONI
antennarai

I nodi in Rai vengono progressivamente al pettine. Pare che lo scontro tra il nuovo Dg Gubitosi, sul piede di guerra contro gli sprechi e gli eccessi. Notizia recente è la circolare con la quale l'azienda nega incentivi economici per i prepensionamenti. Se è ancora in alto mare la vicenda del rinnovo di contratto, la cui trattativa continua ad essere prorogata a forza di rinvii, è notizia fresca che sia venuta fuori, sulla base di una segnalazione anonima, una voce importante della categoria sprechi. Riguarderebbe i giornalisti e le buste paga gonfiate grazie a maggiorazioni per straordinari e notturni decisamente libertarie e poco regolate. In pratica i giornalisti segnalano presenze per turni dopo le 22 o prima delle 5 del mattino, che di fatto garantiscono alle buste paga di gonfiarsi, specie dopo un limite minimo di 16 turni straordinari, che di fatto permette di aggiungere una vera e propria voce autonoma all'interno della busta paga: un'intera mensilità in più.

Un anonimo solleva il caso – Ma tramite un esposto alla procura della Repubblica sarebbe stato proprio un redattore del Tg1 a denunciare la cosa, rimanendo nell'anonimato, così da poter fermare questo circolo vizioso. E non poteva rimanere indifferente Luigi Gubitosi, che ha improntato il suo mandato all'insegna della revisione di spesa interna, prima di tutto. E quindi ha inviato una circolare alle redazioni per porre fine a questo abuso. Eccone il contenuto:

In relazione all’obbligo inderogabile, fissato ai fini della rilevazione delle presenze e per esigenze di sicurezza, riferito a tutto il personale, di utilizzare il badge per ogni transito di ingresso o uscita nei cespiti aziendali, già previsto nelle precedenti comunicazioni sullo stesso argomento. Vi informiamo che non sarà possibile procedere alla liquidazione di alcuna maggiorazione in assenza di timbrature in entrata e in uscita. In questi casi, solo a fronte di specifica e motivata richiesta del direttore responsabile, si potrà procedere con la relativa corresponsione. Ricordiamo, inoltre, che – come previsto – il giustificativo Is (in servizio, ndr), dovrà essere utilizzato esclusivamente in caso di malfunzionamento del sistema di rilevazione presenze ovvero nei casi di accesso presso insediamenti aziendali privi dei dispositivi per l’utilizzo dei badge aziendali.

La protesta sindacale -Per la verità, viene da chiedersi come mai, in un'azienda di tali dimensioni non sia questa del badge un'abitudine già radicata, ma forse sono proprio questi fattori a rendere la Rai una enorme anomalia. E appare altrettanto anomala la reazione del sindacato USIGRAI, che si è di fatto schierato a favore dei giornalisti, o meglio contro la dirigenza, opponendosi al contenuto della circolare e dunque alla soluzione adottata con la sola motivazione che non sia stata normalmente concordata e discussa con il sindacato stesso. Il che, visto il tipo di provvedimento, pare abbastanza illogico. Ecco quanto dichiarato dal comunicato di risposta della sigla sindacale:

[..] apprendiamo da una mail l’indicazione data a tutte le segreterie di redazione di cambiare una prassi consolidata relativa agli orari dei giornalisti assimilati ai dirigenti e gli inviati. Si tratta di un metodo in contrasto con le corrette relazioni sindacali», sostengono i sindacalisti, «provvedimenti che impattano sull’organizzazione del lavoro giornalistico devono essere oggetto di confronto preventivo con l’organizzazione sindacale. Pertanto siamo costretti a respingere il provvedimento, e chiediamo un confronto urgente con l’azienda.

La Rai può cambiare? Il canone aumentato e la lentezza dei procedimenti farebbero pensare il contrario, ma in realtà pare che qualcosa in Rai stia cambiando, almeno perché di cambiamento si inizia a parlare. La campagna elettorale, eccezion fatta per il Movimento di Grillo che lo afferma da sempre, non ha tra i contenuti principali l'annosa questione della riforma del servizio pubblico, ma resta un buon segno l'incontro di tre giorni fa presso la sala stampa della camera dei deputati con alcuni gruppi di lavoratori interni, tra cui Move on, per ribadire l'esigenza di una Rai autonoma e libera da qualsiasi vincolo politico.

20 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views