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Perché Temptation Island andrebbe censurato

Il problema di Temptation Island è che quando lo vedi ci credi. Pensi che le cose vadano veramente così: il programma offre una versione piatta e sterile delle storie d’amore, generando mostri in chi abbia avuto a che fare con il tradimento. Andrebbe interdetto, o almeno alternato alla messa in onda di “Jules et Jim” di François Truffaut.
A cura di Andrea Parrella
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Lo ammetto, non ho capito Alessandra, in fondo la approvo pure, per quanto mi paia un po' eccessivo il fatto che lei possa mettere in discussione tutta la sua storia con Emanuele dopo che lui si è fatto tentare dalla suadente Fabiola. Non ho capito che tipi di contatti ci siano stati sotto le coperte tra Emanuele e Fabiola e, al momento, mi sto ancora interrogando in merito alla possibilità di aver visto dello squisito soft porno in tv, alle 9 di sera, insieme ad altri tre milioni di persone.

C'è un problema in Temptation Island: quando lo guardi ci credi, ci credi proprio sul serio e non solo perché prima di accendere la tv hai deciso di sospendere il giudizio per due ore. Cioè, guardarlo offre sul piatto d'argento la possibilità definitiva di credere che una relazione non si alimenti che di due cose, di gelosia e di eventuale tradimento. Crea dei mostri nella testa di chi si è trovato a gestire situazioni simili, reminiscenze, frasi prevedibili e sbagliate che abbiamo pronunciato e pensato quando ci siamo trovati da soli, quando del nostro partner, in seguito ad una lite, un'incomprensione o un tradimento, non era rimasta che l'ombra e l'unica cosa cui appigliarsi, vista la sua assenza, era dargli la colpa. Ecco, la vulgata sull'amore moderno offerta da Temptation Island è che il colpevole sia sempre l'altro, che uno non dica mai "forse ho sbagliato anch'io".

Ho tentato un test, mostrando il programma ad "un amico", recentemente coinvolto in vicende non troppo dissimili da quelle dei ragazzi. "L'amico" in questione è stato chiaramente tradito ed ha provato a non dare tutte le colpe alla sua ragazza. L'ho piazzato su una sedia, tenendogli gli occhi aperti a forza con degli appositi supporti e alimentando le pupille costantemente con delle speciali goccine di collirio, costringendolo a sorbirsi tutta la puntata di Temptation. La prima mezz'ora è volata via, tra un po' di derisione mista ad ironia (soprattutto in coincidenza al momento dell'uscita sul bananone di Emanuele e Fabiola, va detto: grande momento di tv). Fino a che, poco a poco, il suo approccio è diventato sempre più serioso e appassionato, bulimico, con richiami ed analogie alla sua storia da poco conclusa. Insomma, la sua ragazza, arrivati a tre quarti di puntata, era diventata "la stronza che non si è neanche preoccupata di dire qualche cosa, che so una scusa…".

Per fortuna, proprio quando stavo per perdere ogni fiducia nel genere umano, davanti agli occhi del mio amico compare Alessia, un barlume di speranza per Temptation Island e questa nostra umanità, disastrata dai sentimentalismi piatti e sterili, dai facili costumi. Il suo dolore per le magagne del compagno palestrato è fiero, ma non ipocrita. Lo sa lei stessa che è in un villaggio dove potrebbe limonare con le sue tentazioni: comportarsi come una vittima sarebbe un'illusione bella e buona. Ecco perché le sue parole sono le più interessanti pronunciate nella quarta puntata di Temptation Island, deluse ma consapevoli: "Lui fa con lei cose che con me non ha fatto. È come se tutto fosse crollato. Speravo che fosse lui l'uomo che mi facesse sentire importante. Mi manca. Mai avevo provato delle sensazioni così forti, è questo che mi fa stare male, è come se io avessi sbagliato tutto". C'è un po' di autocritica e, forse, in amore si dovrebbe cominciare da lì. Ecco la mia proposta: siccome Canale 5 non avà mai il coraggio di alternare la messa in onda di Temptation Island con quella di Jules et Jim di Truffaut, credo che il programma, onde evitare danni sociali, andrebbe censurato, o comunque propinato in versione limitata per quelli da poco usciti da una storia.

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