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Monsignor Charamsa: “Odiavo la mia omosessualità, per la Chiesa è una cosa demoniaca”

Monsignor Krzysztof Charamsa è stato intervistato dalla trasmissione “La strada dei miracoli”. L’uomo ha spiegato che da adolescente odiava la propria omosessualità perché la Chiesa lo obbligava a vedere il proprio orientamento sessuale come qualcosa di demoniaco. Charamsa ha anche fatto una precisazione: “Contro di me ci sono state accuse orribili, ma non ho ricevuto soldi per il mio coming out”.
A cura di Daniela Seclì
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Nei giorni scorsi, monsignor Krzysztof Charamsa, ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede e segretario aggiunto della Commissione Teologica Internazionale vaticana, ha dichiarato di essere omosessuale e di avere un compagno. L'uomo è stato intervistato dalla trasmissione "La strada dei miracoli". Ha spiegato di essersi visto costretto a nascondere la propria omosessualità per diversi anni:

"Ho dovuto nascondere il mio essere omosessuale non solo in Vaticano, ma in tutta la mia vita ecclesiastica: durante gli studi in seminario, durante il mio lavoro all'università, in parrocchia, in ogni realtà ecclesiale. Io in realtà lo nascondevo già quando non avevo un incarico nella Chiesa, quando ancora non stavo in seminario, ma quando ero un chierichetto. Essere gay in quel periodo era qualcosa di brutto, orribile, qualcosa che doveva essere rifiutato, eliminato e distrutto anche se fa parte di te".

Il teologo ha dichiarato di aver pregato perché Dio lo liberasse da qualcosa che la Chiesa reputava demoniaco:

"Quando vivevo la mia adolescenza in parrocchia, da adolescente iniziavo a sentire un impulso sessuale, iniziavo a capire i miei desideri, i miei sentimenti, la mia identità. Io ho fatto il mio cammino e capivo qual era la mia natura, però la odiavo allo stesso tempo come mi obbligava la Chiesa. Io da adolescente pregavo perché Dio mi togliesse questa cosa, sapevo che non potevo provare qualcosa che dalla mia Chiesa veniva considerata demoniaca".

Monsignor Charamsa: "Contro di me accuse orribili, non ho ricevuto soldi"

Monsignor Charamsa è convinto della sua scelta, non tornerebbe mai indietro nonostante il coming out sia stato doloroso:

"Tra un anno mi vedo libero, felice, fuori dall’“armadio” a servire gli stessi ideali e gli stessi valori per i quali sono diventato sacerdote. E già sento che non tornerei mai indietro, nonostante l’esperienza del coming-out sia molto dolorosa. Nessuno tornerebbe indietro e devo dire che voglio realizzare la felicità che sento e continuare a servire gli stessi ideali per i quali sono sacerdote. Eccomi qui".

Infine, ha precisato di non aver percepito compensi e di avere un tetto solo perché gliel'ha offerto un amico:

"Ho sentito invece orribili descrizioni e accuse su di me come se avessi ricevuto soldi o beni materiali. Ho letto su un giornale italiano che avevo degli sponsor, che ero protetto, come se avessi contratti con editori. Io finora non ho ricevuto nulla da nessuno, neppure un euro. Sono io che ho perso il lavoro e sono io che non ho ricevuto nulla da nessuno. A onor del vero devo dire che solo nelle ultime ore, prima di decidere cosa dire alla mia Chiesa, ho trovato qualche amico cristiano che mi ha dato un tetto".

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