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Miss Italia era davvero un problema per il mondo femminile?

Laura Boldrini ha definito “moderna e civile” la scelta della tv di stato di fare a meno del concorso di bellezza che ha fatto la storia dell’Italia. Ma è davvero così?
A cura di Fabio Giuffrida
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Miss Italia non sarà trasmessa dalla Rai, questa è l'unica cosa certa che è venuta fuori dal polverone sollevato quest'anno per il concorso di bellezza per antonomasia che ha fatto la storia dell'Italia e che è riuscito a lanciare donne poi diventate star. Miss Italia un prodotto storico della Rai – in onda dal 1988 – che è entrato anche nel nostro vocabolario: per Miss Italia oggi si intende, nel parlare quotidiano, una ragazza bellissima. Miss Italia che ha fatto sognare migliaia di ragazze, che ha dato loro l'opportunità di farsi conoscere, un vero e proprio trampolino di lancio, anzi una vetrina di visibilità che molti hanno saputo sfruttare. Miss Italia che è riuscita a superare la contestazione del femminismo, che in tutti questi anni è stata bersaglio di polemiche e che negli ultimi mesi è diventata oggetto di discussione per il Presidente della Camera Laura Boldrini che ha definito "moderna e civile" la scelta della Rai di cancellarla dal palinsesto.

La bellezza salverà il mondo diceva Dostoevskij. Perché allora dobbiamo nascondere le bellezze del nostro Paese come se ce ne vergognassimo? Perché credere che Miss Italia potesse essere un problema per le donne? Come ha ribadito Patrizia Mirigliani in esclusiva ai nostri microfoni "i problemi del mondo femminile sono altri", non certo un concorso di bellezza dove nessuna delle concorrenti è stata mai costretta a partecipare. Perché vergognarsi di mostrare in pubblico la propria bellezza? Perché cancellare una trasmissione che ha lanciato donne del calibro di Sophia Loren, Lucia Bosè, Anna Falchi, Anna Valle, Miriam Leone e Francesca Chillemi?

Miss Italia non ha mai offeso la donna, forse pecchiamo di presunzione se affermiamo che non esiste altro programma che in questi anni sia riuscito a valorizzare, a "coccolare" e dare un'immagine così pulita della donna come ha fatto il concorso di bellezza diretto da Patrizia Mirigliani. Se il "moralismo" è tornato di moda, rilanciamo con piacere anche noi: quante pubblicità oggigiorno sviliscono le donne? Quanti programmi continuano a far passare la donna solo come oggetto del desiderio? Quante trasmissioni e quanti giornali hanno fatto la loro fortuna mostrando fondo schiena? Quanti reality show hanno rasentato il voyeurismo?

L'attenzione su Miss Italia non è mai calata, il fatto che tutti i giornali continuino a parlarne ne è la prova. Gli ascolti dell'ultima finalissima non possono dirsi di certo scadenti, forse si sarebbe potuto fare di più ma trovarsi come competitor Squadra Antimafia 4 su Canale 5 è stata sicuramente una durissima prova (la fiction Taodue si è fermata al 20,48% volando però oltre 5 milioni di spettatori). Nel 2011 Miss Italia aveva fatto qualcosa di più in termini di audience ma – come ha ricordato la stessa Mirigliani ai nostri microfoni – era scontato che il format andasse in parte cambiato: forse solo così Miss Italia avrebbe potuto tornare a risplendere. Senza considerare, infine, che dietro un programma di questa portata lavorano migliaia di persone e, soprattutto in questo periodo di grave crisi economica, ogni posto di lavoro è sacro.

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