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Massimo Ranieri story, dai primi successi alla figlia Cristiana e le commedie con la Melato

Una puntata molto interessante questa sera a Techetechetè, dedicata alla straordinaria carriera del grande Massimo Ranieri.
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Una grande puntata questa sera a Techetechetè, dedicata alla carriera del grande Massimo Ranieri. La sapiente selezione degli autori del programma della striscia serale di Rai1 tocca tutti i punti fondamentali della sua carriera. Dai primi passi ai grandi successi, come "Perdere l'amore" e "Rose rosse", fino alla grande televisione fatta proprio con Rai1. Le commedie di Eduardo, in cui ha recitato con una grandissima Mariangela Melato, alla sua ultima apparizione televisiva in "Filumena Marturano", e i programmi ‘one man show' come "Citofonare Calone".

In una di queste puntate, indimenticabile fu la puntata in cui Massimo Ranieri presenta per la prima volta sua figlia, Cristiana Calone, nata dalla relazione con l'attrice Franca Sebatiani, scomparsa due anni fa. L'artista napoletano ebbe la figlia a 19 anni ma riconobbe la paternità dandole il suo cognome solo molti anni dopo. La incontrò per la prima volta quando lei aveva 37 anni e la presentò pubblicamente all'interno della sua trasmissione.

Fino a quel momento lo avevo visto solo in tv. Il giorno che chiamò per la prima volta, mia madre sbiancò. Io gli dissi "Ciao papà". Lui mi disse: "Che strano sentirsi chiamare così. Voglio che tu venga ospite nella mia trasmissione". Io sono andata in jeans e maglietta, pensavo che sarei stata tra i pubblico. Invece, mi ha presentato ufficialmente. Dopo, io e la mamma siamo andati a casa da papà. Non si può vivere di rancore, di astio.

La madre di Cristiana non ha mai detto una parola contro di lui, come rivelò la stessa Cristiana a Domenica Live:

Mi ha sempre detto che lui mi ama. Papà c'è, per me, lo ringrazio pubblicamente perché grazie a lui ho una casa. Ogni mese mi paga un affitto e per me vuol dire tanto, perché ho un bambino di 5 anni. Un figlio non può odiare un genitore. Sono sicura che lui mi ama, perché siamo uguali.

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