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Maccio Capatonda a Le Invasioni: “L’Italiano Medio sono anch’io”

Il film maker nato grazie a Mai dire gol e divenuto molto celebre sul web si racconta a Daria Bignardi. Oscillando tra assurdo e reale, narra di come sia nata la sua passione per i corti e della sua visione della contemporaneità italiana.
A cura di Andrea Parrella
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Maccio Capatonda, alias Marcello Macchia (o forse il contrario), è andato a Le Invasioni Barbariche a parlare di sé. Personaggio sostanzialmente imperscrutabile, il film-maker di Chieti, che ha costruito la propria celebrità indubbiamente sul web, si è fato intervistare da Daria Bignardi raccontando come nasce la sua opera e da dove trae origine l'ispirazione per i video apparentemente solo demenziali, che mettono tuttavia a nudo vizi e virtù (principalmente i vizi) degli italiani con un'immediatezza invidiabile. La conduttrice è partita da L'Italiano Medio, trailer dell'anno scorso che ha ottenuto un successo enorme. Ecco quanto ha detto in merito Macchia:

Mi ci ritrovo molto nell'italiano medio. Sono sostanzialmente una persona bipolare, in parte attratto dalla promiscuità sessuale, quella berlusconiana della tv degli anni '80-'90. Ne ho guardata tanta, forse troppa, risputandola adesso nei miei trailer. Non è la Rai è il programma che mi ha formato. L'altro polo è l'impegno sociale, quell'ossessione dell'italiano, anche un po' grillino, che  mette al centro della sua vita l'impegno, ma  poi prende la pillola e diventa scemo e dice: "Che me ne frega, domani c'è la Champions".

Tra una battuta e l'altra racconta anche della sua famiglia, dicendo come sia nata la sua passione  per il cinema echi fossero i suoi genitori:

Mio padre come lavoro arrampica le montagne, poi mi fa anche da mangiare […] Ho cominciato ad usare una videocamera a 9 anni, me la regalò mio nonno. Ero appassionato di Horror, ma ero così incapace e mi venivano così male le cose, che alla fine facevo ridere. Allora ho cominciato a farli male apposta. Di base mi sento un poveraccio, uno che fa il suo giochino, a casa col computer. Questa cosa la ritengo ancora un mio vezzo. I miei video non li faccio per soldi, non ho un canale Youtube personale, di base lo faccio ancora puramente per cazzeggio.

Continuando sulla scorta della sua analisi e ironia dettagliata sul sistema dei media, così come testimonia in pieno la sua serie su Mtv Mario, Maccio evidenzia come il suo rapporto con i media sia sostanzialmente di amore-odio

Ho paura di essere inglobato dai media, la mia battaglia è un po' contro di loro.

Infine Daria Bignardi non poteva evitare di chiedere quale fosse la sua situazione sentimentale:

Terribile, sentimentalmente parlando sono rimasto ai miei 15-16 anni, non sono vergine, ma sono un verginello.

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