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Loredana Bertè: “Violentata a 17 anni, per molto tempo non ho voluto vedere uomini”

Dichiarazioni pesanti quelle rilasciate da Loredana Bertè nel corso dell’intervista con Barbara D’Urso. La cantante ha parlato anche delle violenze subite in casa, col padre che picchiava lei e la sorella Mia Martini.
A cura di Andrea Parrella
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Lunghissima intervista di Loredana Bertè, che si confessa a Domenica Live, aprendosi totalmente alla conduttrice Barbara D'Urso. Al centro della conversazione con la conduttrice tutti i momenti di rilievo della sua vita, dall'infanzia difficile al rapporto con la sorella Mia Martini, il matrimonio con Borg, il successo musicale, la violenza subita da ragazza. Si inizia subito con un ricordo di Gianni Boncompagni, scomparso qualche settimana fa e suo scopritore:

Era un genio, è stato un grande uomo. Ci ha trovati al Piper, io ero su un'altalena, ha chiamato alcuni di noi a fare un'audizione il giorno dopo a via Teulada, dove c'era Don Lurio. Loro non sapevano ballare lo shake

Poi si passa ad alcune immagini di grandi popstar come Lady Gaga e Madonna, che Barbara D'Urso associa immediatamente a lei come stile e lei, seriosamente, conferma tutto:

Mi hanno detto che sia Madonna, che ho conosciuto perché mi ha rubato degli orecchini a San Francisco […] Lady Gaga e Madonna ci controllano, guardano i video nostri, i miei e quelli di Patti Pravo, per prendere ispirazione. So che ci controllano

Tante le sue provocazioni stilistiche, Loredana Bertè è stata una delle prime donne a mostrarsi pubblicamente con il pancione in bella vista: "Volevo dimostrare che una donna incinta non è debole, ma è forte".

Si passa poi al racconto degli anni difficili, quelli dell'infanzia, con genitori coi quali lei e Mimì non hanno mai avuto buoni rapporti. La carriera artistica, per lei, è stata una casualità più che una volontà, a differenza di quanto valesse per sua sorella, dotata di un talento limpido e palese: "Non avendo una famiglia, io ho vissuto per strada. La nostra vita è capitata così, noi facevamo anche i posteggiatori, i manichini nelle vetrine. Lavoravamo per pagare affitti, bollette, non avremmo mai pensato di fare questo mestiere. Solo Mimì ha iniziato subito a fare provini". 

La violenza subita a 17 anni

Il momento più doloroso è quello della violenza subita da ragazza, che Loredana racconta senza indugi:

Sono stata violentata a 17 anni, a Torino. Eravamo in questo locale già da un mese. Tutte le mie amiche avevano fatto il loro primo incontro, io no. E c'era questo ragazzo gentile che ogni sera mi mandava fasci di rose immensi in camerino. E allora le mie amiche mi incitavano. Una sera accetto e mi porta fuori Torino e mi fa entrare in questo squallido locale: appena chiude la porta a chiave mi ha preso un colpo. Volevo andare via, mi ha preso a pugni, calci, mi ha strappato i vestiti, ma io sono riuscita ad uscire e buttarmi per strada, tutta piena di sangue. Per fortuna un tassista mi portò al pronto soccorso. Le mie amiche le ho mandate a quel paese e per 3-4 anni non ho voluto vedere uomo. Non ho potuto dirlo nemmeno a mia madre, mi avrebbe menata, perché a lei interessavano solo i soldi e basta. Sono andata al suo funerale per seppellirla, una madre che lascia la figlia per strada non è degna.

Il padre violento

Violenze subite anche in casa, sia da lei che da Mia Martini: "Mimì nella bara era piena di lividi, mio padre mi strappò i capelli, tanto che Renato (Zero, ndr) dovette portarmi a Roma per riempire i buchi. Gli chiesi cosa aveva fatto a Mimì, ma ci picchiava sempre, ogni volta che metteva Beethoven". Infine il ricordo della sorella, di cui in cui questi giorni ricorreva la data della morte, avvenuta il 12 maggio del 1995 in circostanze che, tutt'oggi, restano poco chiare. Spesso Loredana Bertè ha confessato di non darsi ancora pace per aver litigato con la Mi Martini poco prima della sua morte. Oggi la ricorda con affetto e rabbia per quella forma di bullismo (così lo definisce la D'Urso) che aveva portato Mimì ad una forte instabilità, tra notizie false sul suo conto e le dicerie presunte sul fatto che fosse portatrice di cattiva sorte:

Mimì non era una che si drogava, si faceva una canna ogni tanto, ma quello che hanno scritto è una roba schifosa. Quando una è troppo brava, tu dici che porta iella. Questo è uno di quei giorni in cui si ricorda Mimì e io decido di staccare il telefono, ma non l'ho fatto oggi, decidendo di venire qui. Sono felice di averlo fatto.

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