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Linus dice addio a Twitter: “Colpa di un gruppo di ultrà juventini”

Il direttore e speaker di Radio Deejay comunica dal suo blog l’addio al social network, motivandolo con gli attacchi giunti dai tifosi della Juventus in merito ad alcune sue affermazioni dei mesi scorsi relative alla squadra: “Sarebbe bello che anche qualcuno di voi avesse la lucidità di dire ok, basta, finiamola qui”.
A cura di Andrea Parrella
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La vita di Linus, voce e volto storico di Radio Deejay, oltre che conduttore televisivo, è sempre stata un argomento di discussione piuttosto frequente, specie tra gli appassionati dei programmi dell'emittente radiofonica ed i suoi followers storici. Come noto, poco più di un anno fa il conduttore di "Deejay Chiama Italia", che cura il suo popolarissimo blog quotidianamente, decise di sbarcare su Twitter dopo le richieste di molti fan accaniti, oltre che per esigenze professionali, apparendo Twitter e Facebook come due oggetti ineludibili per qualunque personaggio abbia una vita pubblica. ma dopo un anno di rodaggio, Linus ha deciso nelle ultime ore di abbandonare definitivamente la piattaforma social, con motivazioni piuttosto chiare che ha evidenziato proprio sul suo blog, attribuendo le responsabilità del suo addio a Twitter ad una ristretta frangia di tifosi juventini, che si sarebbero recentemente prodigati in ripetuti insulti a lui rivolti.

Dopo averlo usato in maniera intermittente per poco meno di un anno l’altro ieri ho deciso di chiudere il mio profilo su Twitter. Mi è molto dispiaciuto, lo strumento può essere molto divertente e soprattutto utile, ma la mia serenità vale molto di più. Me ne sono andato grazie a un piccolo ma agguerrito gruppo di ultrà juventini che hanno evidentemente deciso di usarmi come la loro bambola woodoo

Il direttore di Radio Deejay sottolinea come questi tifosi siano in realtà una frangia circoscritta e non rappresentino l'intera tifoseria della squadra bianconera: "I tifosi della Juve sono oltre dieci milioni e con il 99% di loro ho un rapporto bellissimo. Lo vedo quando vado allo stadio (che peraltro ho inaugurato io), lo leggo sui messaggi che tutti i giorni mi arrivano, l’ho provato a Berlino, passeggiando per due giorni in mezzo a migliaia di loro. Ma di questi tempi bisogna fare i conti con gli ultrà della generazione Facebook, quelli che si autoalimentano fino a far diventare gigantesche delle cose inutili". E poi passa al racconto dei due episodi ai quali siano seguiti insulti e che l'abbiano portato a prendere la decisione di abbandonare Twitter. Il primo è riferito a Juventus-Roma di un anno e mezzo fa: "Nello speciale di Sky, alla domanda di cosa ne pensassi della vicenda Moggi e Tangentopoli, ho detto (e ci sono le registrazioni) semplicemente che con la squadra pazzesca che avevamo non capivo il bisogno dell’arroganza che usciva dalle intercettazioni. Punto. E sfido chiunque a mettermi in bocca altro". Il secondo episodio è inerente delle sue parole in merito all'ingaggio, da parte della Juventus, la sua squadra del cuore, dell'allenatore Massimiliano Allegri:

Vivendo a Milano, era per me consuetudine incontrarlo in giro per ristoranti in compagnia di Galliani, come una vera ed affiatata coppia di amici. Milanisti. Molto milanisti. Vederlo arrivare sulla panchina di Conte, di cui (come tutti gli juventini) ero perdutamente innamorato, mi sembrò quasi una bestemmia. Da qui la provocazione delle “dimissioni” da tifoso. Ho avuto abbondantemente modo di ricredermi su Allegri, e l’ho detto in mille circostanze

Dunque la chiosa di Linus, amara ma serena: "Per un parere in un’intervista e una provocazione da tifoso innamorato mi sono preso la mia montagna di merda in questo anno e mezzo, e me la tengo. Mi servirà da lezione la prossima volta che mi capiterà di fare una dichiarazione. Sarebbe bello che anche qualcuno di voi avesse la lucidità di dire ok, basta, finiamola qui".

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