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Le Iene show, Matteo Viviani usa il web per aiutare la scuola: video

Matteo Viviani, inviato per la trasmissione Le Iene, ha realizzato un servizio che indicherebbe una delle strade percorribili al fine di migliorare la scuola. La proposta, che ha incontrato il favore degli studenti, si è però scontrata con qualche opposizione. Ecco il video:
A cura di Stefania Rocco
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La trasmissione Le Iene, campione di ascolti su Italia 1 da ormai diversi anni, sceglie spesso di percorrere strade goliardiche, intraprese con l’unico scopo di divertire il pubblico. Nella puntata andata in onda ieri, ad esempio, Francesco Totti e la Moreira sono stati vittime di Mortacci Tua, lo speciale reality pensato proprio allo scopo di disturbare i cosiddetti vip. Capita spesso, inoltre, che i servizi effettuati dagli inviati della trasmissione indignino il pubblico perché relativi ad avvenimenti di attualità molto caldi. Nell’ultima puntata, ad esempio, ci si è chiesto cosa accadrà dopo la Guerra in Libia a seguito dell’omonimo servizio realizzato da Enrico Lucci successivamente all’ingresso dell’Italia in guerra.

Accade sovente, però, che molti dei servizi vengano realizzati col chiaro intento di diventare di pubblica utilità come nel caso della proposta avanzata da Matteo Viviani che mostrerebbe una delle strade percorribili al fine di migliorare il sistema scolastico. L’esperimento, che ha ottenuto un’entusiastica approvazione da parte degli studenti, ruoterebbe attorno alla possibilità di filmare lezioni tenute in classe dagli insegnanti e di pubblicarle in seguito sul web affinché anche chi non ha avuto il tempo necessario per apprendere i dettagli trasmessi in classe, possa avere la possibilità di rifarsi una volta a casa.

La proposta potrebbe essere accusata di essere irrealizzabile in termini logistici eppure Viviani, col consueto impegno, ha dimostrato l’infondatezza di tale teoria registrando dal vivo un’ora di lezione e pubblicandola, subito dopo, su Internet.

Nonostante i propositi positivi, però, la proposta è stata bocciata dai presidi di numerosi istituti poiché ritenuta impraticabile quasi come se il fatto di provenire da un programma televisivo, anziché da uno studio istituzionale accurato, sia bastato a proporne immediatamente la bocciatura. Il caso somiglia leggermente anche a quanto rilevato dallo Sconvolt Talk sul razzismo: in Italia, che si tratti di politici, istituzioni o semplici cittadini, la paura dell’ignoto è ancora troppo radicata perfino quando, superato questo scoglio, a trarne beneficio potrebbe essere la collettività intera.

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