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‘La vita mi è insopportabile’, la vera storia di Dalida: gli amori, Luigi Tenco e il suicidio

Con il film ‘Dalida’, Rai1 ha celebrato la diva che si è suicidata il 2 maggio del 1987. Prima di morire, la cantante – all’anagrafe Yolanda Cristina Gigliotti – ha espresso la sua disperazione in un biglietto: “Perdonatemi, la vita mi è insopportabile”. Una carriera brillante e l’adorazione dei fan non sono bastati a colmare il vuoto di una vita privata carica di dolore, lutti ed equilibri mai raggiunti. Il fratello spiegò: “Yolanda ha ucciso Dalida”.
A cura di Daniela Seclì
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Rai1 ha celebrato la diva Dalida con il film della regista Lisa Azuelos. A interpretare l'artista, è stata l'attrice Sveva Alviti, nel cast anche Riccardo Scamarcio e Alessandro Borghi. Così, il pubblico ha avuto modo di ricordare una donna che ha segnato, con la sua sensibilità e l'incredibile talento, il panorama musicale italiano e internazionale.

L'infanzia e la corona di Miss Egitto

Prima di diventare la diva che il suo pubblico ha amato, Dalida era Yolanda Cristina Gigliotti. Nata il 17 gennaio del 1933, in una famiglia italiana trasferitasi in Egitto, è la seconda di tre fratelli: il maggiore Orlando e il minore Bruno. Il padre Pietro, primo violino all'Opera del Cairo, permette alla figlia di respirare l'arte sin da piccola. Yolanda sogna il mondo dello spettacolo. Nel 1954 partecipa al concorso di bellezza Miss Egitto e vince. Inizia, così, la sua carriera nel cinema.

Yolanda diventa Dalila, poi Dalida

Nel 1954, Yolanda – nonostante la famiglia sia contraria – lascia l'Egitto per cercare fortuna in Europa. Si trasferisce a Parigi. Due anni più tardi, cambia il nome in Dalila, prendendo spunto dai personaggi del film ‘Sansone e Dalila‘. Poco dopo, lo scrittore Albert Machard, le consiglia di cambiare la seconda ‘l' in ‘d come Dio Padre'. Così Dalila diventa Dalida. L'artista fatica a farsi spazio nel cinema francese, così prende lezioni di canto. Cruciale l'incontro con Lucien Morisse, direttore artistico di Europe1 e con l'editore musicale Eddy Barclay che vedono in lei, la perla rara che da tempo aspettavano. Nel 1957 registra il primo album ‘Son nom est Dalida'. Il singolo ‘Bambino' diventa disco d'oro. Dalida si esibisce all'Olympia dove apre lo spettacolo di Charles Aznavour. Il pubblico si innamora perdutamente di lei. I riconoscimenti continuano a moltiplicarsi e spesso, Dalida si ritrova in testa alle hit parade, superando artisti come Edith Piaf e Jacques Brel.

Gli amori di Dalida: Lucien Morisse, Jean Sobieski, Christian de la Mazière, Alain Delon

Il rapporto tra Dalida e Lucien Morisse si trasforma in amore. Il direttore artistico di Europe1 dà un forte impulso alla carriera della compagna. Dopo vari tentennamenti, i due si sposano l'8 aprile del 1961. L'intera famiglia Gigliotti arriva a Parigi per la cerimonia. La cantante e il marito, però, non partono in viaggio di nozze. Il lavoro li richiama subito all'ordine. Le nozze tanto sognate, si rivelano meno fiabesche del previsto. Lucien è concentrato prevalentemente sul lavoro. Dalida è stanca. A Cannes, pochi mesi dopo, conosce Jean Sobieski e se ne innamora. Lucien, però, non vuole lasciarla andare. Mentre la vita sentimentale è sempre più ingarbugliata, Dalida resta la diva che per un mese, ogni sera, si esibisce davanti a 2000 trepidanti spettatori all'Olympia. Poi parte per il tour a Hong Kong e in Vietnam dove viene accolta come un mito. Dalida, che convive con Jean Sobieski, ottiene il divorzio dal marito e mantiene ottimi rapporti con lui. Poco dopo, prende una pausa anche dal pittore. Negli anni '60 ha anche una passionale storia d'amore con Alain Delon. Mentre i suoi successi continuano, la vita privata ha una fase di stallo. Fino a quando conosce Christian de la Mazière, giornalista e impresario al quale sarà legata per tre anni.

Dalida e Luigi Tenco

Nel 1966, tramite la casa discografica RCA, Dalida conosce Luigi Tenco. La cantante si prepara a partecipare al Festival di Sanremo e l'artista scrive una canzone per lei. Nel 1967 decidono di partecipare insieme alla kermesse canora con il brano ‘Ciao amore‘. La pressione mediatica su di loro è enorme, si parla di una relazione mai confermata. Il loro brano viene eliminato e Tenco, dopo una dura polemica contro il Festival e l'incapacità degli addetti ai lavori di comprenderlo, si toglie la vita. Dalida è tra i primi a ritrovare il suo corpo. La morte di Tenco lascia spazio a polemiche e a ipotesi di omicidio. La madre dell'artista, Teresa Zoccola, intanto, smentisce fermamente la presunta relazione tra il figlio e Dalida:

"Mio figlio e Dalida erano buoni amici. Nient'altro. Luigi non si è ucciso per amor suo. Fra loro, creda, non c'erano amori segreti o impossibili. Queste sono tutte storie inventate, ignobili speculazioni che vengono fatte con il nome del mio ragazzo".

Compare, inoltre, uno stralcio di una lettera che l'artista avrebbe inviato a Valeria – la donna che amava – che sembra confermare che tra lui e Dalida non ci fosse alcuna relazione sentimentale:

"Ho tentato in tutti i modi, ho passato delle notti intere (aspetta un attimo!) a bere, a cercare di farle capire chi sono, cosa voglio, e poi… ho finito col parlarle di te, di quanto ti amo. Che gran casino, vero! Certo, lei si è dimostrata molto "comprensiva", ma mi ha detto che ormai dovevamo portare avanti questa "assurda" faccenda agli occhi degli altri. È una donna viziata, nevrotica, ignorante, che rifiuta l'idea di una sconfitta, professionale o sentimentale che sia".

Richard Chanfray e il suicidio di Dalida

La morte di Luigi Tenco cambia il corso della vita di Dalida. La diva, ormai ribattezzata dalla stampa ‘Santa Dalida', si appassiona allo yoga e a Freud per cercare un proprio equilibrio. Fa diversi viaggi in India, ma continua a coltivare la sua carriera. Vuole intonare solo testi di un certo spessore e molti esitano davanti a questo cambiamento. In più, nel 1970 l'ex marito Lucien Morisse si suicida e Dalida perde uno dei suoi amici più cari. Sarà la relazione con Richard Chanfray a restituirle la gioia di vivere. L'artista riesce a imporsi persino nella musica disco, di cui è pioniera con il brano ‘J'attendrai'. Dalida sfonda anche in America. Nel 1981, però, deve affrontare la dolorosa rottura con il suo compagno. Si butta nel lavoro per non perdere l'equilibrio faticosamente acquisito. Ma due anni più tardi, la vita le dà un nuovo insostenibile dispiacere. Anche il suo ex compagno Richard Chanfray, si suicida. L'equilibrio di Dalida è ormai compromesso. Si sente sempre più sola e affaticata. Diva sul palco, sente di aver fallito nella vita privata. Nel corso del suo vissuto aveva già tentato il suicidio due volte. Il 2 maggio del 1987, si imbottisce di farmaci e si addormenta per sempre. In un biglietto la sua disperazione:

"Perdonatemi, la vita mi è insopportabile".

Il fratello Bruno: "Yolanda ha ucciso Dalida"

Nel corso dello speciale ‘Dalida, Amore mio' condotto nel 1997 da Paolo Limiti, il fratello della cantante ha raccontato le ultime ore di vita della diva:

"Annunciò alla servitù che quella sera sarebbe andata a teatro e per essere sicura che anche la fedele governante Jacqueline, si prendesse una serata di libertà, Dalida l' accompagnò personalmente a casa. Poi tornò a piedi. Salì in camera sua e per la prima volta, si è addormentata dopo aver spento le luci. Dalida aveva il terrore di dormire al buio e non l'aveva mai fatto. Yolanda ha voluto uccidere Dalida perché il conflitto tra la donna e l'artista era ormai insaziabile. Dalida aveva tutto, il successo, la ricchezza. Yolanda invece era rimasta sola, senza un uomo e senza figli. Insomma, senza una famiglia e senza affetti".

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