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La Rai salva il comune di Sanremo e anticipa 5 milioni per il Festival 2015

Nonostante le perdite che Sanremo ha comportato alla Rai negli ultimi anni, la tv di Stato finanzia paga in anticipo il contributo per il Festival del 2015, permettendo al comune di rispettare il patto di stabilità. Ma nel frattempo la Rai fa ricorso contro il taglio di 150 milioni per finanziare il bonus di 80 euro in busta paga: il Pd insorge.
A cura di Andrea Parrella
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Si sa che il cordone ombelicale che lega Sanremo e la Rai è naturalmente anomalo, così stretto che nessuna città italiana può vantare un sodalizio così stretto con il servizio pubblico. Così stretto che, secondo quanto scrive Repubblica, la Rai verserà a fine del 2014 l'abituale contributo alla città dei fiori previsto dalla convenzione, anticipandolo per la manifestazione del prossimo febbraio, condotta da Carlo Conti, che pochi giorni fa ha presentato i 20 cantanti big di Sanremo 2015. Si tratta di una cifra di 5 milioni di euro che permetterà, a quanto pare, che il patto di stabilità venga rispettato. Si tratta di una sorta di prassi recente, visto che anche l'anno scorso la tv di Stato aveva già pagato in anticipo il contributo, tra l'altro abbassato dai 7 milioni del 2014 ai 5 del 2015.

Dove sta il problema? Al netto di quello che dirà la Corte dei Conti in merito ai risultati di quest'anno, qualche dubbio potrebbe esserci nel merito dei presunti benefici e introiti che il Festival dovrebbe portare alla Rai e che, invece, da molti anni non porta più. Dal 2010 al 2013 il servizio pubblico ha registrato una perdita complessiva di circa 21,5 milioni di euro. Complici gli ascolti in calo, ad esempio quelli della scorsa edizione, oltre che un insieme di altri fattori, ad esempio il possibile abbassamento degli introiti pubblicitari (a dispetto di questo dato il direttore di Rai1 Leone ha sostenuto ci si sia messi in pari nel biennio 2013-2014).

Ma quello che più potrebbe apparire contraddittorio è il fatto che proprio qualche giorno fa la Rai ha deciso di presentare ricorso contro quel contributo richiesto dal governo, il cosiddetto sacrificio che secondo Renzi tutti avrebbero dovuto fare, chiesto alla Rai per alimentare la riforma degli 80 euro. Un taglio di finanziamenti prestabilito diversi mesi fa, sui quali ci furono non poche polemiche. Ecco che, a questo punto, quella stessa politica che il governo lo anima, ovvero il Pd, coglie l'occasione di questo contributo anticipato, per inscenare una prova di forza contro il servizio pubblico. A parlare è, ad esempio, Lorenza Bonaccorsi, deputata del Pd e componente della commissione Vigilanza Rai: "Lascia molto perplessi l'atteggiamento della Rai, che decide di fare ricorso contro il governo per il taglio deciso per finanziare gli 80 euro, ma si affretta ad anticipare 5 milioni di euro al Comune di Sanremo, facendo passare il servizio pubblico per una sorta di banca per enti locali". Un po' come dire, in maniera strumentale o meno che si voglia, "i soldi volete darli a Sanremo e non volete darli all'Italia?".

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