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“La porta rossa”, quando la fiction prende spunto dai videogiochi

La fiction di Rai2 è già un successo, un racconto contemporaneo che piace e che prende spunto dal mondo dei videgiochi: la storia del Commissario Cagliostro intepretato da Lino Guanciale è molto simile al detective Ronan O’Connor di “Murdered: Soul Suspect”, uscito nel 2014.
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"La porta rossa", la nuova fiction di Rai2 scritta da Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi, ha qualcosa di già visto e sentito, ma no, questa volta il paragone non è con un altro prodotto destinato alla televisione o al mercato cinematografico. È la storia del Commissario Leonardo Cagliostro, nella prima scena siamo davanti a una scena del crimine, Cagliostro interagisce con i colleghi ma questi sembrano non vederlo né sentirlo. Con il movimento di camera scopriamo che il corpo a terra è proprio il suo, siamo immediatamente coinvolti in una dimensione che in prima istanza fa molto "Ghost" ma per chi mastica videogiochi e console games, il parallelo con "Murdered: Soul Suspect", un action thriller unico nel suo genere pubblicato da Square Enix nel 2014, è stato immediato.

Nell'avventura videoludica, vestiamo i panni del detective Ronan O'Connor, ucciso dal misterioso Killer delle Campane, ed intrappolato ancora sulla terra ma capace di vedere quello che c'è oltre quello che nella fiction di Rai2 è chiamato appunto "La porta rossa". Altro parallelo è il fatto che sia Leonardo Cagliostro, interpretato dall'ottimo Lino Guanciale, sia il detective Ronan essendo dei fantasmi non possono interagire con il mondo dei vivi se non grazie all'aiuto di una ragazza. Su Rai2 questi è la giovanissima Vanessa (Valentina Romani) mentre nel videogame è la figlia di una medium, l'adolescente ribelle Joy. Caratteri che si somigliano, particolari e dettagli, richiami così marcati che risulta impossibile non pensare che gli autori abbiano preso spunto proprio dal video.

Due sequenze a confronto
Due sequenze a confronto

Nella prima puntata, tutto lascia presagire che proprio uno tra i colleghi del Commissario Cagliostro possa essere coinvolto nel suo omicidio, uno scenario che ritroviamo anche in "Murdered: Soul Suspect" e che tiene alta l'attenzione su un collega in particolare, l'ispettore Baxter. Nella fiction, il suo opposto sembra essere l'ispettore Diego Paoletto (Gaetano Bruno) a mostrare alcune contraddizioni, palesando in più di una circostanza di avere un'opinione negativa nei confronti di Cagliostro. Il finale del videogame sarà orientato di più verso il sovrannaturale: Ronan O'Connor scoprirà infatti che ad orchestrare tutto è stato un fantasma inquieto e desideroso di vendetta, un colpo di scena che francamente non ci aspettiamo per "La porta rossa": sarebbe troppo anche per il più estremo dei telespettatori di Rai2.

Un racconto contemporaneo che piace

Abbiamo davanti ancora 11 episodi, ma la struttura già dice tutto e ci piace. La sterzata di Rai2, dopo l'ottimo "Rocco Schiavone", verso il racconto contemporaneo sembra pagare a guardare gli ascolti boom della prima puntata. Questo vuol dire che sperimentare, trovare altri modi per raccontare è possibile. Non esistono sempre e solo i "tratto da una storia vera" piena di ipercorrettismi e patinature, non piacciono sempre e solo i "fantasmi di Portopalo"; anche quelli più dark e introspettivi visti ne "La porta rossa" possono funzionare, intrattenere e far riflettere.

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