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La figlia di Paolo Borsellino: “Troppe omissioni su mio padre e Falcone, pretendiamo verità”

È lungo e carico di commozione l’intervento di Fiammetta, figlia coraggiosa di Paolo Borsellino. La donna ricorda suo padre e Giovanni Falcone nel corso della commemorazione in onda su Rai1 per i 25 anni dalla strage: “Pretendiamo la verità che menti raffinatissime hanno contribuito a nascondere”.
A cura di Stefania Rocco
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Fiammetta, figlia di Paolo Borsellino, è stata invitata sul palco della commemorazione organizzata da Rai1 a 25 anni dalla morte dei magistrati che pagarono con la vita la lotta alla mafia, quella lotta alla quale sacrificarono tutta la loro esistenza.

A invitare la figlia del magistrato sul palco nell’anniversario della strage di Capaci è Fabio Fazio che annuncia il primo intervento video della donna. Emozionata ma determinata a chiedere che le sia restituita quella verità che per anni le è stata negata, Fiammetta si è rivolta agli uomini che in quei frangenti contribuirono a rendere torbide le circostanze che avrebbero spiegato il sacrificio di suo padre e degli uomini della sua scorta, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina:

Credo che ricordare la morte di mio padre, di Giovanni Falcone, di Francesca e degli uomini della scorta, possa contribuire a coltivare il valore della memoria. Quel valore necessario per proiettarsi nel futuro con la ricchezza del passato significa anche dire in maniera ferma da che parte stiamo, perché noi stiamo dalla loro parte, dalla parte della legalità e della giustizia per le quali sono morti. Credo che con questa stessa forza dobbiamo pretendere la restituzione di una verità che dia un nome e un cognome a quelle menti raffinatissime che con le loro azioni e omissioni hanno voluto eliminare questi servitori dello stato, quelle menti raffinatissime che hanno permesso il passare infruttuoso delle ore successive all’esplosione, ore fondamentali per l’acquisizione di prove che avrebbero determinato lo sviluppo positivo delle indagini. Quelle prove a cui mio padre e Giovanni tenevano così tanto. Tutto questo non può passare in secondo piano, e non può passare in secondo piano che per via di false piste investigative ci sono uomini che hanno scontato pene senza vedere in faccia i loro figli, come quei giovani che sono morti nella strage di Capaci. Questa restituzione della verità deve essere anche per loro. La verità è l’opposto della menzogna, dobbiamo ogni giorno cercarla, pretenderla e ricordarcene non solo nei momenti commemorativi. Solo così, guardando in faccia i nostri figli, potremmo dire loro che siano in un paese libero, libero dal puzzo del potere e del ricatto mafioso.

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