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Jo Champa: “Ho perso 6 bambini per avere mio figlio, feci tantissimi tentativi”

Ospite di Barbara D’Urso a Domenica Live, l’attrice Jo Champa racconta gli innumerevoli tentativi intrapresi prima di avere suo figlio: “Ho perso sei bambini prima di lui”.
A cura di Stefania Rocco
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Tra gli ospiti di Domenica Live del 5 febbraio 2017 c’è Jo Champa, attrice calabrese che oggi vive in America. Diventata famosa in Italia e a Hollywood, ha accettato l’invito della nota conduttrice italiana insieme alla quale ha toccato alcuni tra gli aspetti più importanti della sua vita.

L’attenzione di Jo Champa è rivolta soprattutto al figlio Sean, nato nel 2004 dall’amore con il produttore Joseph Farell, membro dell’Academy Awards. Per aver quel bambino, rimasto il suo unico figlio, Jo ha dovuto lottare a lungo:

Ho perso sei bambini per avere mio figlio, quel bambino è il mio angelo. Ho fatto tanti tentativi per averlo, ne è valsa la pena. Ho scoperto che nulla è impossibile: quando si vuole qualcosa veramente, si può ottenere.

Jo Champa ha 53 anni, ma ne dimostra almeno 10 di meno. Il merito è della cura che dedica da sempre al suo corpo, cosa che la rende orgogliosa:

Come donne più mature, abbiamo il dovere di essere d’esempio. Mi guardo allo specchio e dico: “Cavolo, io ho 53 anni e non avrei mai pensato di arrivarci così”.

Jo Champa racconta la fecondazione assistita

Jo Champa aveva raccontato già in passato la battaglia sostenuta per avere un bambino. Nel 2005, all’epoca in cui si discuteva del referendum sulla fecondazione assistita, si schierò pubblicamente a favore del sì. A spingerla fu la lotta che lei stessa dovette affrontare per avere Sean, il suo bambino:

Sono una cattolica credente e vado a messa con mio figlio tutte le domeniche. Vorrei dire che al referendum bisogna votare e bisogna votare ‘sì’. Non è un discorso politico né religioso. Io spero che nessuno debba soffrire quello che ho sofferto io per avere un figlio. Dico che non possono decidere per te gli altri, nemmeno la Chiesa, nemmeno i politici. Sono una donna che si è sottoposta ben sei volte alla fecondazione artificiale prima di riuscire ad avere un figlio e penso di poter parlare a ragion veduta. Perché non si può politicizzare una questione così privata. È vero quando dicono che non c’è sufficiente informazione sull’argomento. Ad esempio il discorso sul numero massimo di embrioni, tre, è ridicolo: a me il numero minimo di embrioni impiantati è stato quattro, il massimo è stato sette, e mi è uscito un solo figlio.

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