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Insinna contro Antonio Ricci: “Non sa perdere, basta fango su Affari Tuoi”

Flavio Insinna si scaglia contro Ricci e “Striscia la Notizia”, a suo parere responsabili di un vero e proprio accanimento contro “Affari Tuoi”. Sono durissime le parole del conduttore contro il collega-rivale: ” La mia unica sfortuna è di andare in onda nello stesso orario di Antonio Ricci, che non sa perdere. Io pretendo rispetto e non ho paura di lui. E vorrei sapere perché non ci hanno dato il Premio Tv dal momento che siamo il programma più visto di Raiuno”.
A cura di Valeria Morini
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Quella tra Rai e Mediaset, si sa, è una guerra infinita. Tra i rappresentanti illustri di questa lotta senza quartiere vanno annoverati senza dubbio Flavio Insinna e Antonio Ricci, che da anni sfidano nella fascia preserale con "Affari tuoi" e "Striscia la Notizia".  Una gara d'ascolti che, alla fine della stagione, assume i toni velenosi della polemica. È un Insinna davvero incontenibile quello che si è scagliato contro il rivale Ricci in un'intervista per AdnKronos. I motivi dell'astio sono da ricondursi all'accanimento di "Striscia" contro "Affari tuoi".

La mia unica sfortuna è di andare in onda nello stesso orario di Antonio Ricci, nel cui vocabolario non esiste il verbo perdere. Io pretendo rispetto. Lo devo a tutte le persone, Rai ed Endemol, che fanno questo programma. Non intendo vivere strisciando. E non mi faccio mettere paura da Ricci. Io ho imparato che nella vita si vince e si perde. Ed uno che ha il talento di Ricci e che fa tv da quando io avevo i calzoni corti non dovrebbe avere davvero nulla da invidiare a nessuno. E dovrebbe imparare che a volte può perdere anche lui. E che l’avversario non può essere preso a secchiate di fango. Ci sono stati periodi in cui era un continuo insinuare, quotidiano, su imbrogli, inciuci. Tutto fatto in maniera un piuttosto vigliacca, nascondendosi dietro la satira, così in tribunale ti danno sempre ragione. Mandano in onda ancora le immagini di una vecchietta con i numeri scritti sulla mano di non so quanti anni fa: ma ragazzi, Affari tuoi è registrato, se ci fossero scene scomode e fossimo delinquenti le taglieremmo, invece facciamo solo in modo che le parti musicali siano ben sincronizzate.

Nell'intervista, Insinna lancia inoltre una sfida a Ricci:

Perchè non manda in onda integralmente il filmato del tapiro che mi è venuto a consegnare due anni fa e che non è mai stato trasmesso?

Quando viene chiesto al conduttore cosa successe durante l'episodio in questione, Insinna replica: "Ve lo può dire lui o lo può mandare in onda". Il mistero rimane, dunque, ma Insinna preosegue:

Mi chiedo anche perchè, se nutre da così tanti anni così tanti dubbi su questa trasmissione, fin dal primo sorpasso d'ascolti di ‘Affari Tuoi' su ‘Striscia' ad opera di Paolo Bonolis, perchè Ricci non ha mai mandato uno dei suoi intraprendenti inviati a vedere come lavoriamo?

La guerra del tg satirico contro lo show Rai sarebbe quindi una sorta di "ritorsione" contro gli alti ascolti di "Affari tuoi", che spesso superano quelli di Ricci:

L’unica spiegazione plausibile di questo accanimento è che non sopporta di perdere. Se andassimo in onda alle 19 non saprebbe nemmeno il titolo del nostro programma. Ma io mi sono stufato di vedere i miei collaboratori nei corridoi chiedersi il perché di questa croce. Il perché è semplicemente l’orario di messa in onda, purtroppo lo stesso di Ricci. Ma non si può campare così: per non parlare del fatto che se a me facessero una multa per divieto di sosta mi farebbero nero, dovrei emigrare. Se mi succedesse quello che è successo a Fabio e Mingo o a Ezio Greggio mi avrebbero crocifisso.

Infine, Insinna protesta anche contro l'esclusione di "Affari tuoi" dai riconoscimenti del Premio Tv:

Mi piacerebbe sapere la causa del perché siamo scomparsi dalla lista dei premi dal momento che siamo il programma più visto di Rai1 e spesso dell'intera giornata televisiva. Ci potrebbero dire di essere beceri? Francamente non credo che questo si possa dire del nostro programma. Ci sono stati concorrenti con le storie più disparate, sempre all'insegna della tolleranza e dell'inclusione.

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