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Il parrucchiere cinese che buca la testa, il caso choc a Le Iene

A “Le Iene”, la sconvolgente storia di Noemi che paga 77 euro per una tinta da un parrucchiere cinese e si ritrova una grave ustione sul cuoio capelluto.
A cura di G.D.
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Il caso di Noemi è stato uno dei più seguiti nella puntata della serata di mercoledì 3 dicembre a "Le Iene". Toscana, 19 anni, la giovane aveva dato fiducia ad un parrucchiere cinese, commettendo forse il più tragico degli errori. Nadia Toffa, la "iena" inviata per il caso della "tinta killer", lascia parlare la giovane che racconta come per la maturità si era fatta regalare una decolorazione dal parrucchiere. Il risultato? Praticamente scioccante. una ustione di 10 centimetri sulla testa, fino a rovinarle le ossa. Un costo di 77 euro per il trattamento che, nei giorni successivi, si è rivelato essere un danno pazzesco per la testa. Un vero e proprio calvario, vissuto nel Centro Grandi Ustionati. Trattamenti medici quotidiani per recuperare il cuoio capelluto, completamente bruciato che potrà risolversi

Ma una decolorazione può causare una scottatura così grave? Si, perché le tinture contengono ammoniaca e acqua ossigenata, sostanze chimiche che se non hanno le giuste concentrazioni, possono provocare una ustione. Per ricostruire il cuoio capelluto, ci sarà bisogno di un intervento del costo di 1000 euro. Ma il medico che tiene in cura la giovane Noemi ha spiegato che, nel caso i capelli nella zona ustionata non dovessero ricrescerle sarà felice di intervenire "pro bono publico", senza prendersi nessun corrispettivo.

"Con le tinte non si scherza" rivela Nadia Toffa. Nonostante una denuncia presentata dalla famiglia di Noemi ai Carabinieri, abbiamo fatto la denuncia ed il salone non ha mai chiuso, è ancora aperto con il rischio di fare danni incredibili. E così la "iena" è andata a trovare il parrucchiere cinese, reo di aver bruciato la testa della giovane. Ma il parrucchiere ed il suo staff hanno negato ogni coinvolgimento, spiegando che i prodotti utilizzati in quell'esercizio sono tutti di provenienza italiani. Ma quello che gli viene contesatto resta forse la manodopera, non l'utilizzo di prodotti specifici.

Il servizio di Nadia Toffa (VIDEO)

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