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Il monologo di Luciana Littizzetto è un appello ai francesi che resistono

Dopo i fatti di Parigi, la comica rinuncia al suo abituale monologo per leggere una lettera scritta da Aldo Cazzullo pubblicata dal Corriere dedicata ai resilienti, coloro che riescono a reagire ai traumi restando sensibili rispetto alle cose positive che la vita offre.
A cura di A. P.
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Doveva essere il monologo di sempre della domenica di Luciana Littizzetto, quello che il pubblico di Che Tempo Che Fa attende, puntuale, ogni fine settimana prima di cena. Ci sarebbe stata qualche risata, forse anche più di qualcuna e si sarebbe normalmente chiuso il programma con la linea ceduta a Report. E sarebbe andata così se non ci fossero stati, nella notte tra venerdì e sabato, gli attentati a Parigi che hanno sconvolto il mondo. Gli attentati di matrice terroristica che hanno provocato decine di morti hanno fatto sì che in studio, a Che Tempo Che Fa, non ci fosse il clima giusto per essere ironici, per ridere. Ed ecco che la protagonista femminile del programma che è andato in onda nonostante gli stravolgimenti di palinsesto della rete, ha deciso di limitarsi alla lettura di un brano di Aldo Cazzullo, ispirato proprio ai terribili fatti di Parigi, e basato sul concetto di resilienza, ovvero la capacità delle persone di saper rispondere in modo positivo ai traumi, restando sensibili alle cose positive che la vita offre. Per Cazzullo la cittadinanza parigina, i francesi colpiti, hanno dato grandi dimostrazioni di resilienza in questi giorni di lutto:

Sono resilienti quelli che sono usciti dallo stadio cantando la Marsigliese. I musicisti di strada che davanti al Bataclan hanno suonato We shall overcome. I commessi di Hermes e Kenzo che stamattina hanno detto ai direttori dei negozi che sarebbe stato meglio chiudere per lutto. I verdurieri che nonostante i consigli della prefettura hanno aperto il banco ai mercati rionali. I ragazzi in fila per donare il sangue. I dipendenti comunali che hanno passato il giorno libero a pulire il sangue sui marciapiedi. Quelli che su Facebook aggiornano la bacheca «dimmi che sei vivo». Gli anziani che nella notte hanno aperto la porta di casa a sconosciuti che avrebbero potuto essere i loro nipoti. I 400mila che hanno cliccato il video dei ragazzi che escono dallo stadio cantando la Marsigliese. Quelli che si sono alzati con l’idea di restare in casa tutto il giorno e al pomeriggio sono usciti […] I terapeuti che hanno aperto un ufficio di «psicological help» nel municipio del quartiere più colpito. I poliziotti che alle cinque di sera hanno placato una rissa tra neri e algerini in rue de Rivoli dicendo: "Vi rendete conto che sono successe cose più importanti della vostra rissa?". Quelli che hanno messo in Place de la République lo striscione nero con il motto di Parigi: Fluctuat nec mergitur, la barca oscilla tra le onde ma non affonda. Chi ha scritto sui muri del Marais "alla fine non vincerete voi". L’immigrato cambogiano con la fisarmonica che sulla passerella di fronte al Louvre suona la Vie en rose.

La lettera declamata da Luciana Littizzetto ha lasciato il pubblico senza parole, commosso, generando effetto eguale sul conduttore, Fabio Fazio, con gli occhi visibilmente commossi, nonché la stessa comica piemontese.

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